Jean Luc Guionnet

Non-Organic Bias

2009 (Herbal International)
elettroacustica, musica concreta

Ci sono dischi in cui l’aspetto concettuale finisce per “tramortire” quasi del tutto il tessuto musicale. E’ il caso, ad esempio, di questo doppio monumentale (siamo sulle dure ore e cinque minuti di durata!) del polistrumentista Jean-Luc Guionnet, attivo da qualche tempo nell’ambito della musica più sperimentale.

Suddiviso in tre parti, “Non-Organic Bias” nasce dallo studio delle caratteristiche acustiche di alcune registrazioni per solo organo, che Guionnet ha provveduto a filtrare in svariati modi. Nelle note di copertina, l’artista francese spiega le modalità con cui le varie composizioni sono state messe a punto, illustrando anche quelle che sono le riflessioni filosofiche che le hanno ispirate.

Apre la title track, ventuno minuti di fluttuazioni e riverberi di suoni/rumori che danno vita a una sorta di ambient music per microcosmi, giocata su improvvise variazioni di timbro e di volume. Per “Espace Bas”, Guionett parla del suono del vento, della nostalgia e del rumore del tempo... Ma si tratta di cinquanta minuti scarsi di musica che si dipana sommessa, attraversando lo spazio come il respiro di un gigante addormentato e lasciando che il mondo intorno continui ad essere se stesso, inalterato.

E’ una musica, insomma, fortemente concettuale, dove l’emozione si riduce al minimo, lasciando spazio al peregrinare della mente. Dedicata a Giacomo Leopardi, “Estuaire” è il momento più interessante del disco, con i suoi cinquantaquattro minuti di minimalismo dinamico e proteiforme condotto verso un’apoteosi finale dai connotati sinfonici, in cui tutto il pathos sommerso dell’opera sembra trovare uno sbocco.

Certo, la pazienza dell’ascoltatore è messa a dura prova, ma, almeno in questo caso qualche spiraglio di luce oltre la cappa asfissiante del “concettualismo” si riesce anche a intravederla. 

21/10/2009

Tracklist

CD 1

1. Non-Organi Bias
2. Esapace Bas

CD 2

1. Estuaire

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