recensioni / 2009

Kiki

Kaiku

2009 (Bpitch Control)

house, dance

di Luigi Milani

7.5

Kiki, nome d'arte di Joakim Ijäs, a cinque di distanza dal primo album ("Run With Me"), torna con un nuovo lavoro, "Kaiku", per la stessa etichetta di allora, la berlinese Bpitch Control di Ellen Allien. La caratteristica che colpisce subito è il sound profondo, cupo ma con inaspettate aperture melodiche, evidenziate da un basso avvolgente in chiave house. "Autumn Leaves" è in tal senso un brano paradigmatico, scandito da un ritmo ossessivo in stile dance e da suoni tirati a lucido.

"After The Storm" vanta una struttura più complessa: su un tema ritmato introdotto dalla slide guitar, si insinuano sonorità funky e percussioni ad effetto, con una progressiva accelerazione ritmica. Molto divertente, solo apparentemente easy, in realtà nient'affatto banale. "Good Vodoo", brano che vede la partecipazione di Chela Simone come vocalist, sfoggia ritmi ipnotici e quasi tribali in chiave techno-dub dance. Un brano che ricorderà a qualcuno certe atmosfere del Bryan Ferry più danzereccio.

Ma è con la traccia 5, "Starslider", che si può cogliere appieno il nuovo percorso intrapreso da Kiki, laddove su un giro di basso volutamente ripetitivo s'innestano sonorità curatissime e tastiere anni 80, con melodie quasi alla Michael Cretu. Sulla stessa linea, la successiva "Immortal", caratterizzata da string di grande effetto e dalla bella voce di Pirica.
"Twins", dai synth di chiara matrice tedesca, rifulge nella sua siderale glacialità; suggestivo il contrasto ritmico tra la voce cantilenante e il solito basso di devastante profondità, con le tastiere malinconiche a fare da contrappunto alla voce inquietante, di Jake the Rapper. "Mogadishu" accentua quelle che, ormai è chiaro, sono le caratteristiche di fondo dell'intero album: l'ossessività dei riff e il ricorso ai sample vocali in chiave anche melodica.

I successivi "Living On FFWD" ed "Helios" concludono degnamente questa nuova prova del musicista finlandese, che, sia pure attraverso il ricorso a sonorità e atmosfere tratte da un recente passato, sembra indicare percorsi nuovi per la musica elettronica europea.