D’altra parte, Orcustus è moniker scelto non a caso: riprende, infatti, quello di una fanzine che, nei primi anni Novanta, veniva pubblicata da Bård Faust, batterista degli Emperor.
Insomma, viste le premesse, non c’è da aspettarsi null’altro che saette indiavolate di metallico furore, assalti all’arma bianca (“Coil”), tour de force che non cercano morte e dissoluzione come il pane - o, forse, più del pane! - (“Death And Dissolution”) e connubi mortiferi di potenza, velocità e isteria (“Conversion”).
Qualche variante di rilievo – come il riffing vagamente trashy di “Of Sophistry, Obsession And Paranoia” e le parti più cadenzate di “Jesus Christ Patricide” – non riesce, ovviamente (!), a risollevare le sorti di un disco che, al massimo, potrà destare l’interesse dei più fanatici seguaci del genere.
Gli altri, si tengano al riparo.
(18/03/2009)