Patriotic Sunday

Characters

2009 (Collectif Effervescence/ Hip Hip Hip)
alt-pop

Quei dischi che non hanno nulla di eclatante, eppure in qualche modo incantano. "Characters" è uno di loro, con le sue canzoni non troppo orecchiabili, non particolarmente raffinate, ma sfuggenti e magiche. Dolci, timide, un poco polverose: tante "Life In A Glasshouse" da caminetto, in cui la commozione che lascia posto a una malinconia sottile e confortevole.

E' questa confidenzialità a rapire per prima, e ci vuole un po' per scorgerne le diverse anime. Spiriti fino a ieri antitetici, qui equilibrati con una naturalezza che nasconde a uno sguardo frettoloso la particolarità dello sposalizio.
L'anima cantautorale appare nella sua veste più tipicamente indie: intimismo acustico, voce tenue e quella patina di innocente nostalgia. La affianca un'indole alt-rock che rimanda ai dEUS, forse per gli scatti chitarristici lo-fi, le venature jazzy e le (rare) mattane beckiane; forse per il vago gusto Ancien Europe che traspare dagli arrangiamenti, con archi e fiati che fanno capolino senza quasi farsi notare. E la cadenza, non ricorda in più momenti il "falso cantato" hip-pop di Why?

A stupire di più - sempre in sordina, si intende - sono i tre strumenti centrali: batteria, piano Wurlitzer, chitarra. La prima ha impresso un marchio: June of '44. Secca e angolare, si concede comunque pacati slanci upbeat che alleggeriscono il rigore delle sue costruzioni. Il piano elettrico sta in disparte, ma regge ritmo e armonia dei pezzi tingendoli di un'elegante aura retrò.
La chitarra riallaccia le fila del tutto, con un mix efficace di nuovo e antico. Antico - o forse semplicemente démodé - perché sorprendentemente vicino a spigoli e grovigli del math, quello "addomesticato" di Tim&Mike Kinsella magari. Ma anche e soprattutto per un retrogusto folk che non affiora mai del tutto, ma rimanda dritto alle fiabe dei Pentangle e ai loro intrecci cristallini.

Che ci sarebbe, allora, di nuovo? L'esito finale. Uno stile organico e maturo, che aggiorna classe e discrezione del Johnny Marr più folkeggiante in un linguaggio indie-pop inedito, ma estremamente promettente - perfino illuminante. Al punto tale che viene da chiedersi: come facevamo, prima, a stare senza?

The Patriotic Sunday è il moniker del giovane francese Eric Pasquereau (26 anni, di Nantes). Il progetto è al secondo album, dopo l'esperienza di Eric nel trio post-hardcore Papier Tigre.
Curiosamente, il sound ha analogie con altri due artisti francesi, piuttosto distanti fra loro: Centenaire e Angil & The Hiddentracks.

11/05/2010

Tracklist

  1. Capital Letters
  2. Jonas
  3. 10 Years
  4. Spinning Blades
  5. People Have No Tolerance for Your Hardship unless You Know how to Entertain Them with It
  6. The Italian Post Takes Too Long
  7. Morning Theft
  8. Outside, It Was still Coming Down
  9. Cops & Robbers
  10. Ageing Child
  11. The Cat

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