Dopo un album solista, Susanna ricompone il duo con il tastierista Morton Qvenild per il terzo capitolo sotto il moniker di Magical Orchestra. “3” ripropone il suono minimalista ricco di effluvi elettronici e jazz che hanno caratterizzato tutte le prove dell’angelica voce di Susanna Wallumrod con una maggior propensione verso brani inediti e una quasi rinuncia alle cover che avevano così ben sottolineato le peculiarità vocali dell’artista.
Raffinato e sempre crepuscolare, l’album propone, dopo la rilettura degli Ac/Dc e dei Kiss, una versione vintage e leggermente smorzata nei toni di “Subdivision” dei Rush, che pur con buoni spunti resta al di sotto dello standard di Susanna; intensa e memorabile, invece, la cover di “Another Day”, ancora una volta Roy Harper viene riletto con profondità e stile, Susanna sdoppia la sua sensibilità, dialoga con se stessa, creando un innovativo duetto spirituale e vocale, per una delle più possenti e innovative performance del suo percorso musicale.
La catarsi strumentale e vocale caratterizza come sempre gran parte delle tracce, tra le nuove canzoni, “Recall” brilla per una affascinante forza evocativa, la voce si libra con toni religiosi quasi meditativi; altresì "Game” offre suggestioni vocali e strumentali molto delicate, le emozioni restano sospese e il solo di vibraphone resta una delle cose più rimarchevoli dell’album.
Non sempre giova il tentativo di svecchiare il repertorio per abbracciare un consenso più ampio, infatti l’unico passo falso è il singolo “Palpatine’s Dream”, un banale riempitivo farcito da elettronica di consumo, e se alcuni episodi più oscuri, come “Deer Eyed Lady” e “Lost”, mostrano qualche ombra, a riscattarli sono sempre ingegnosi inserti chitarristici e vocali, che aprono squarci luminosi nel tessuto sonoro volutamente criptico.
La voce, ora angelica ora più blues, di Susanna amalgama le atmosfere e trasporta l’ascoltatore verso le altre perle dell’album, ed ecco le originali incursioni elettroniche disturbanti e stimolanti in “Guiding Light”, brano dal tono armonico, privo di emozioni calligrafiche.
C’è ancora spazio per i due ottimi brani finali dell’album, che ristabiliscono l’intensità interpretativa degli esordi, grazie a un uso più minimale degli strumenti, la voce scorre come in un racconto nella angelica “Come On”, mentre in “Someday” toni romantici e suadenti spingono al riascolto.
“3” è un'ottima conferma del talento e delle grandi qualità di interprete di Susanna. Leggermente più ambizioso, l’album mostra tentativi di rinnovamento sonoro, tutto sembra più comunicativo, la speranza si insinua nelle trame oscure del suono, spargendo un senso di meraviglia e bellezza che non potrà non contagiarvi.
15/11/2009