Vanny Zero

Love Is A Serial Killer

2009 (Kill Mommy Records)
blues, garage-rock, punk

“Vanny Zero” è il nome del progetto solista di Giovanni Calvo, siciliano e fondatore di Kill Mommy Records. Il suo primo lavoro, "Love Is a Serial Killer", è scaricabile gratis dal sito dell'etichetta.  

Vale la pena concedere a questo album un ascolto, e anche più: quelle di Vanny Zero non sono le solite canzoni anarco-punk, non sono i soliti quattro accordi pieni di rabbia gratuita ma privi di interesse musicale. Anche se si tratta di “semplice” rock&roll, qui c’è dietro un’intelligenza e un progetto ben preciso. Giovanni fa tutto da solo: scrive musica e testi non banali, esegue le parti di chitarra e basso, aggiunge la voce, e infine tramite un software ridefinisce alcuni suoni (tra cui le percussioni, che sono ottenute in modo piuttosto bizzarro, ovvero usando una semplice penna: un’idea che – afferma Vanny - è stata suggerita da "Don't Be Cruel" e "All Shook Up" di Elvis).
Bisogna ammettere che a volte la produzione casalinga si rivela un po’ troppo esplicita, in particolare nel “salto” da un brano all’altro, ma per il resto la sonorità lo-fi è parte integrante del progetto e, nella maggior parte dei casi, non disturba affatto.

"Love Is A Serial Killer" è un viaggio interiore nel lato notturno e vampiresco del rock and roll, quello che dalle radici blues arriva fino al punk e oltre. Il genere d’appartenenza si potrebbe definire proprio un blues-punk, una specie di matrimonio tardivo tra Robert Johnson e i Sex Pistols, in cui risalta tutto quello che c’è in mezzo: tra una canzone e l’altra, risuonano echi che vanno da Eddie Cochran fino ai New York Dolls, dai Sonics ai Cramps, dai Velvet Underground a Richard Hell, senza dimenticare il blues più puro come dimostrano “I Don’t Wanna Go Home” e, sin dal titolo, “Another Blues For You”.

Più che di singole influenze, dovremmo parlare di reminiscenze che si fondono e si confondono, anche perché questo tipo di rock and roll rifiuta implicitamente il concetto di evoluzione e risponde invece al richiamo del garage (la dimensione inconscia e viscerale del r&r). E' allora impossibile trovare l’origine diretta di una canzone come “Lucifer Blues”, che affonda nel blues maledetto di Robert Johnson per giungere fino agli Stooges, passando per i Rolling Stones e tanto altro. La potente "Gimme Gimme Some Hope" è una rilettura dei New York Dolls in chiave Ramones (o forse in chiave Chuck Berry?). Le ammalianti e sinistre note di “Killin' Myself Today”, uno tra gli episodi più validi, arrivano fino alle sonorità più alienate del punk inglese e al suo trasformarsi in goth: si sente qualcosa di gruppi come Adverts, Magazine, ma anche dei primi Cure. La ballata “No Tomorrow”, infine, sembra l’anello di congiunzione tra i lenti strappalacrime di fine 50, l’underground di fine 60, e alcune atmosfere di Nick Cave.  

In definitiva, Vanny Zero riesce a fondere le derivazioni del blues per farne risaltare le persistenze, si direbbe quasi lo sfondo archetipico in comune tra certi moduli stilistici e certe poetiche. A questo merito si aggiunge anche quello di non risultare monocorde, perché nell’album si alternano momenti più sanguigni ad altri dalle tonalità blue. Il tutto, in una chiave noir che ne costituisce la coerenza stilistica.
Per quanto non abbia pretese di essere innovativo (o forse proprio per questo), "Love Is A Serial Killer" risulta un progetto interessante e, a suo modo, originale. Vanny Zero annuncia che proprio nei prossimi giorni uscirà un secondo e più curato lavoro dedicato a Lux Interior, lo scomparso leader dei Cramps. Le premesse sembrano buone, restate sintonizzati su queste pagine per leggerne il seguito.

19/07/2009

Tracklist

1. Love Is A Serial Killer
2. She Said I'm A Nazi
3. You Got A Song
4. Another Blues For You
5. Gimme Gimme Some Hope
6. Overdose Of You
7. I Don't Wanna Go Home
8. Danny's Got The Blues
9. Killin' Myself Today
10. Go On By Yourself
11. Lucifer Blues
12. No Tomorrow

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