Wes Willenbring

Close, But Not Too Close

2009 (Hidden Shoal)
ambient, electro-acoustic

A due anni dal debutto "Somewhere Someone Else", che lo aveva rivelato come raffinato compositore post-ambientale, torna a incidere sulla fidata Hidden Shoal l'artista californiano Wes Willenbring. E lo fa offrendo un nuovo, conciso saggio delle sue fluttuanti manipolazioni sonore, in un album dalla durata inferiore ai quaranta minuti e tuttavia più che sufficiente per ampliare il suo spettro stilistico e compositivo.

Laddove l'esordio era incentrato sull'alternanza tra descrittive dilatazioni di toni e drone chitarristici da un lato e romantici inserti pianistici dall'altro, "Close, But Not Too Close" vede Willenbring addensare le sonorità proposte, arricchendo la strumentazione utilizzata, ad esempio del classico fingerpicking di "The Burrow" e dell'organo che caratterizza l'iniziale "I'm Looking Forward To Your Funeral". Non mancano semplici trame pianistiche, ma anch'esse, come nell'emblematica "My Ghostly Fingers", risultano spoglie e spettrali, piegate con maestria a impreziosire l'essenza cinematica e avvolgente di un lavoro dalle melodie evanescenti e dalla inquieta consistenza emozionale. Una buona conferma per un artista di talento; un ascolto da non tralasciare per chiunque abbia amato band quali Labraford e Stars Of The Lid.

07/11/2009

Tracklist

  1. I'm Looking Forward To Your Funeral
  2. Oh, Most
  3. My Ghostly Fingers
  4. The Burrow
  5. For All The Strays
  6. Still
  7. A Half-Hearted Apology
  8. The Anti-Social Aesthetic

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