Andrew Emmons

"Al tempo stesso infantilmente giocoso e minacciosamente oscuro": così il ventunenne songwriter di Boston Andrew Emmons descrive il suo disco d'esordio, "Homebones". Registrato durante l'ultimo anno di college insieme all'amico Taylor Barefoot, "Homebones" non fa mistero delle proprie ascendenze: "Tutti i piccoli trucchi vocali di Devendra Banhart, come i modi folli in cui pronuncia certe parole, hanno influenzato molto gli aspetti tecnici della mia voce. E i lavori solisti di Paul Baribeau, anche se la maggior parte della gente lo conosce soprattutto per aver cantato con Kimya Dawson in "Tire Swing", hanno cambiato il mio modo di pensare a tutto il processo di scrittura di una canzone".
Non a caso, c'è un inconfondibile sapore anti-folk nell'andamento pigro e ironico di "Bright Faced And Burly", bozzetto di cantautorato casalingo in duetto con Casey Desmond. Tra gli arpeggi sognanti di "Body Maps" e il passo svelto di "Coming Home Early", "Wind Up Birds" cresce accompagnata dal pianoforte sul crinale di un lirismo essenziale. "Le canzoni di "Homebones" ruotano intorno all'idea di ritorno a casa, di appartenenza a un luogo, a una mentalità, a una persona, a un'età, a un'idea o a un vizio". Un viaggio tra le onde del mondo sul guscio di una barchetta, proprio come quello dello scheletro sorridente raffigurato con tratto ingenuo in copertina.

08/12/2010