Aranis

Roqueforte

2010 (Altrock Productions)
chamber-prog

Al progressive il Belgio ha dato il sinfonismo oscuro degli Univers Zero, e già potrebbe bastare. Ma anche se meno note, molte altre formazioni in quel Paese hanno sposato con classe e originalità musica rock-progressiva e strumentazione cameristica: i Julverne, i Present, i Cro Magnon, i Finnegans Wake - per fare qualche nome. E gli Aranis, ora al quarto album, che col loro stile conciliano un po' le opposte visioni musicali sviluppatesi nel prog belga.
Nelle dodici tracce strumentali che compongono "Roqueforte" si compenetrano perfettamente temi ariosi, arditi incastrici ritmici (oltre che timbrici e armonici), climi inquieti, suggestioni folkloriche. Troviamo dunque tracce dell'estro canterburiano/jazzy dei Cos, dell'ossessione di Univers Zero e soci per le partiture più tortuose di Stravinsky, della leggerezza sonnacchiosa degli Aksak Maboul e della loro passione per la musica popolare. Anche osservando la line-up, "Roqueforte" si presenta come un album d'incontro: quattro gli ospiti, tra cui Dave Kerman dei Thinking Plague alla batteria, e al piano Pierre Chevalier, già in Present e Univers Zero.

Non sono però nomi e riferimenti importanti a rendere così piacevole e riuscita la formula degli Aranis. Piuttosto, è l'assoluta naturalezza con cui fluisce la loro musica tanto intricata. Non c'è un briciolo di cerebralità o autocompiacimento nel loro torrente di intrecci e cambi di tempo: tutto sembra al contrario susseguirsi senza intervento umano, con l'eleganza e la spontaneità della vita animale.
Svolazzi di flauto e fisarmonica come battiti d'ala di un uccello, seguiti da picchiate, piroette di tango più leggere dell'aria, placidi saltelli a terra. Gli archi in sottofondo a disegnare atmosfere tese, contratte come un gatto in agguato; poi i movimenti flessuosi e sincronici di tutti gli strumenti all'avvicinarsi della preda; e infine lo scatto, colpi secchi di piano e dopo il silenzio.

C'è negli intrichi degli Aranis - e in questo disco più che negli altri - tutta la ricchezza e la mutevolezza di un qualsiasi scorcio di mondo naturale, sia esso un corso d'acqua o l'angolo di un giardino. Ed è nelle logiche imprendibili e in qualche modo spietate del vivente che questa musica sembra trovare quella forza unificatrice che armonizza con assoluta disinvoltura elementi altrimenti inconciliabili.
Ciò non farà forse di "Roqueforte" un classico, ma lo rende senz'altro un album di freschezza e sensibilità davvero rare.

23/03/2011

Tracklist

  1. Roque
  2. Ade I
  3. Past
  4. Ade II
  5. Noise
  6. Ade III
  7. Naise
  8. Ade IV
  9. Tissim
  10. Ade V
  11. Forte
  12. PS

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