Con pochi mesi di ritardo mi accingo a recensire questo discreto album di debutto dei romani Dirtyfake che, con mia grande sorpresa, sono riusciti a confezionare un disco di indie italiano (ma di chiara marca Usa e testi in inglese) di discreto livello. Non si tratta di un gruppo di novellini, in quanto la formazione risale addirittura al 1998 e, da quanto leggo nella loro biografia, hanno inciso anche poco nel corso di questi dodici anni (di concreto, giusto un singolo e questo album).
Le sonorità affondano in pieno le radici negli anni Novanta, questo va detto subito, ma la proposta musicale risulta fresca e realizzata da una band ormai decisamente matura (non solo di età anagrafica!) e dalla buona perizia strumentale, precisa e pulita.
"My Indiecation" e "My Histeric" riportano immediatamente ai climi dell'emocore di stampo Dischord, quindi, un bel tuffo nel passato, ma fatto senza eccessiva nostalgia. Chi, in quegli anni, amò i Seam e il loro slo-core, non potrà non apprezzare "Hollywould".
Anche gli episodi più convenzionali, come le atmosfere notturne un po' alla Morphine di "Plumfake" e il punk-funk alla Gang Of Four di "Glampire", sono sempre sporcati con del noise chitarristico e immerse, talvolta, in un baccano quasi assordante, portando il tutto a decisi livelli di elettricità.
Non mancano però episodi un po' sotto tono, come "Heaven't" (un dream-pop non troppo comunicativo) e "Alienation" (un brano alla Radiohead che indulge troppo in trame leziose e dove si calca troppo la mano in un incedere epico nella sua parte centrale).
Tra gli episodi più riusciti, anche se certo non originalissimo, citerei "Code: In" che, puta caso, è ispirata (o dedicata) proprio ai Codeine e al loro rivoluzionario concetto di intendere la materia rock (sono infatti tra i padri fondatori del rock al rallentatore, o slo-core, che dir si voglia). Un plauso alla sezione ritmica e alla chitarrista (yes, una ragazza), che svolgono davvero un buon lavoro esecutivo. In sostanza, un disco gradevole che non dice nulla di nuovo, ma ciò che dice, lo esprime al suo meglio.
11/04/2011