Degli splendidi scenari di “Love Love Love” ormai non resta più niente. I La Otracina sono diventati, infatti, lentamente ma inesorabilmente, sempre più una band con pruriti metal, ampiamente sbilanciata sul versante progressivo.
Con il batterista Kriney alla voce, “Reality Has Got to Die” suona, così, ampolloso e ridondante, a cominciare dall’intro in pompa magna di “Hail Fire”, destinata, poi, a miscelare, senza molta convinzione, space-rock, Metallica e guizzi sintetici. La band suona sicuramente coesa e piuttosto desiderosa di farsi apprezzare in questa nuova veste ma, se ascoltare le rotte supersoniche di “Raze the Sky” e “Mass Meteoric Mind” o le divagazioni jazzy e le contaminazioni galattiche di “Crystal Wizards Of The Cosmic Weird” può risultare ancora vagamente piacevole, quando si materializzano le fattezze Journey di “Can’t Take No City Life” la sensazione di trovarsi dinanzi a un’opera assolutamente pretenziosa è fortissima.
L’unico brano capace di restituirci, almeno in parte, l’impressionismo astrale della loro vetta datata 2006, è la title track. Ma, probabilmente, la sua presenza non fa altro che acuire il senso di smarrimento che accompagna la band newyorkese, incapace di decidere se seguire definitivamente le inclinazioni prog-metal (con risultati, al momento, quantomeno discutibili), oppure farsi un trip spaziale ogni tanto…
05/08/2010