Lilium

Felt

2010 (Glitterhouse)
songwriter, alt-rock, slowcore

A sette anni da “Short Stories”, Pascal Humbert riporta alla luce la sigla Lilium per “Felt”, quasi a prendersi il proprio turno dopo lo spopolare del progetto Woven Hand di David Edwards, suo collega nei 16 Horsepower.

Il disco è eclettico e frammentato quanto può esserlo un’opera egocentrica, sempre più cruccio personale dell’ideatore, e confuso quanto un album di reunion.
La purezza confidenziale di “Right Were You Are” e “Miracle” (un monologo-dialogo con una lurida chitarra Neil Young-iana) sono l’eccezione, e ballate-requiem svogliate come “Mama Bird”, solcata da fanfare tex-mex, “Her Man Has Run”, con tromba alla Morricone, e “Lily Pool”, tutta asmi Cat Power-iani, rovistano stereotipi con vellutata eleganza.

Vera magia si ha in “Open”, quasi uno strumentale della Lisa Germano del periodo OP8 (e nella sua prosecuzione di danza nella title-track), ma specialmente in “Amsterdam - Paris”, la “Warszawa” di Humbert, una sonata digitale per panneggi funerei che interferiscono tra loro, prima che una tromba in sordina Davis-iana intoni - sdoppiata - un’elegia di poche e avare note, mentre scampoli di battiti ambient techno vanno e vengono. “One Bear With Me” è un organismo elettronico su misterioso pow-wow. Intelligentemente, l’ultima parola spetta all’agonia Eels-iana di “Believer”.

Le maggiori capacità di Humbert, bassista del gruppo madre ma qui factotum (addirittura “mental traveler”, a suo dire, in “Amsterdam - Paris”), stanno nella gestione muliebre della scenografia, in un’iconografia cadaverica ma smollata, nella calibrata disposizione delle sensazioni, e questo è il disco perfetto per appurarlo. Non bada a spese, ogni canzone nell’arrangiamento fa storia a sé.

14/06/2010

Tracklist

  1. Right Were You Are
  2. Mama Bird
  3. Open
  4. Felt
  5. Her Man Has Run
  6. Lily Pool
  7. Amsterdam - Paris
  8. Miracle
  9. One Bear With Me
  10. Believer

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