Tears Run Rings

Distance

2010 (Quince / Clairecords)
shoegaze, dream-pop

Due anni dopo il suo debutto sulla lunga distanza, "Always, Sometimes, Seldom, Never", la band "delocalizzata" dei Tears Run Rings (i suoi componenti risiedono infatti in diverse zone degli States e lavorano separatamente ai brani) rimette in moto la sua macchina spazio-temporale, per raggiungere nuovamente i suoni vorticosi e atmosferici dell'Inghilterra dei primi anni 90.
Non è certo una novità la passione di sparuti artisti americani per l'universo shoegaze di quell'epoca d'oro, rivisitato e attualizzato secondo modalità diverse e in alcuni casi talmente introiettato da essere restituito secondo forme cangianti, nelle quali non è sempre agevole intravedere riferimenti univoci.

Ebbene, non è questo il caso dell'ora abbondante di musica racchiusa in "Distance"; se l'album precedente passava in rassegna diversi capitoli dell'enciclopedia musicale britannica - da citazioni wave a spunti dark, fino a immersioni in cascate di feedback - fin dal suo titolo e da quelli di molti brani il nuovo lavoro riecheggia quasi esclusivamente un'estetica e un suono debitori dell'esperienza di una sola delle band del periodo in cui la macchina del tempo ha inteso fare scalo. È difatti impossibile che la mente non corra subito agli Slowdive già all'ascolto delle prime spirali eteree di "Happiness 3", così come all'impeto modulato dai riverberi di "Forgotten" e "Inertia". Già abbondantemente citata nel primo disco, la band di Rachel Goswell e Neil Halstead sembra qui elevata a solitaria stella polare del lavorio melodico e chitarristico dei Tears Run Rings, fin troppo speculare al suo probabile modello, eppure tanto evidentemente sentito da rifuggire con agilità quella sensazione di mera emulazione, spesso sottesa a operazioni di questo genere.

Lo si deduce dalla naturalezza con cui le voci di Laura Watling e Matthew Bice si intrecciano o si sovrappongono nel delineare melodie sinuose, che si sposano alla perfezione con i rilucenti rilanci armonici di brani dalle volute circolari, quasi sempre costruiti secondo strutture incrementali. Così, i vocalizzi eterei della Watling rivelano una passione per le sfumature più soffici della Goswell ("Innocent") e grazie ad alcune ambientazioni dreamy ("Distance") giungono persino a sfiorare la grazia setosa di Liz Fraser, mentre tutt'intorno è un susseguirsi di impulsi e turbini avvolgenti, cadenzati da saltuarie tastiere pulsanti e soprattutto dal drumming asciutto e metronomico del batterista Dwayne Palasek. È proprio in questi elementi, accessori ma fondamentali per la riuscita dei brani, che i Tears Run Rings accennano a discostarsi dai loro evidenti modelli, rispolverando reminiscenze eighties e stabilendo un significativo legame con le ultime produzioni dei Band Of Susans, gruppo che pur partendo da presupposti profondamente diversi ha fatto dell'impostazione delle ritmiche e del muro chitarristico il proprio tratto distintivo.

Palesemente nostalgico nei suoni, ma ispirato quanto basta a non farlo apparire anacronistico, "Distance" regala un viaggio di un'ora in una dimensione musicale mai del tutto svanita nel corso degli anni. E nonostante la sua cospicua durata possa, alla lunga, appesantirne l'ascolto, offre più di uno spaccato senz'altro suscettibile di essere apprezzato da chi ricorda con passione l'epoca degli originali, ovvero semplicemente apprezza sonorità il cui fascino trascende con agilità qualsiasi considerazione su "attualità" e contesti temporali.

 

16/08/2010

Tracklist

  1. Happiness 3
  2. Forgotten
  3. Inertia
  4. Reunion
  5. Distance
  6. Divided
  7. Forever
  8. Compromise
  9. Innocent
  10. Happiness 4

    Bonus tracks:
  11. Destroyer
  12. Io

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