Zeus! è il nuovo progetto nato dalle menti del bassista dei Calibro 35 Luca Cavina e dell'ex batterista dei Jennifer Gentle (ora con Il Genio) Paolo Mongardi.
I due hanno deciso di dare libero sfogo alle proprie tensioni rumoristiche, cementando un percorso che già li ha già visti incrociarsi in passato nei Transgender e più recentemente nella realizzazione de "Il Beat Vol. I", disco nato da una collaborazione fra Calibro 35, Dente, Il Genio e il bassista degli Afterhours Roberto Dell'Era.
Ma qui siamo lontani milioni di anni luce dalle pulsioni beat dei sixties e dalle colonne sonore dei film poliziotteschi degli anni 70.
Piuttosto, si attinge a piene mani dall'esperienza Zu, si ripassa certo noise-rock tipico degli anni 90, tipo Jesus Lizard (ma anche in casa nostra ci furono ottimi prodotti firmati Uzeda e One Dimensional Man), si aggiunge qualche dose di math-rock (in particolare nei brani più lunghi e strutturati), ed ecco servito un lavoro sconsigliato a chi abbia i nervi a fior di pelle.
Molti lo considereranno inudibile, altri troppo anti -ommerciale, altri ancora lo bolleranno come un onanistico esperimento basato su un anacronistico autocompiacimento; noi plaudiamo al coraggio e soprattutto alle capacità tecniche espresse dal duo, affiancato a sprazzi da qualche amico che ha deciso di prestare volentieri il proprio contributo.
Fra i crediti scorgiamo le tastiere di Enrico Gabrielli, il theremin di Valerio Canè, la chitarra di Andrea Mosconi e i feedback pilotati da Giulio Favero che arricchiscono alcune tracce.
Menzione speciale per i singolari titoli delle canzoni che in alcuni casi storpiano simpaticamente nomi di personaggi più o meno famosi ("Grindmaster Flesh", "Koprofiev") o sostantivi di comune utilizzo ("Cowboia"), oppure gettano nella mischia elementi che c'entrano poco o nulla con il materiale musicale proposto ("Giacomo Leopardi", "Turbo Pascal").
"Zeus!" si dimostra inquietante sin dalla copertina e si impone come un delirio alieno avente l'intento di scartavetrare le orecchie degli ascoltatori.
Un lavoro ai limiti della diabolicità, ripieno di rumorismi e mai disposto a scendere a compromessi, interamente strumentale, ad eccezione di qualche verso, puntualmente effettato per essere trasformato in una sorta di urlo primordiale.
Sotto queste bordate di noise-punk onnipotenti, gli altri dei del Monte Olimpo questa notte avranno seri problemi a prender sonno.02/11/2010