Nato in Canada e cresciuto in Scozia, Aaron Wright è artefice di uno dei migliori album di pop inglese dai tempi di “Bandwagonesque”; non è un caso che sia il talento di Francis MacDonald dei Teenage Fanclub a incorniciare in modo perfetto il songwriting del giovane artista.
Cresciuto a pane e Beatles, all’età di quindici anni Wright scappò a Londra per assistere a un concerto di Simon & Garfunkel, coltivando un gusto crossover tra il miglior pop inglese e americano.
Belle & Sebastian e i Camera Oscura riecheggiano nella stesura dei fantasiosi arrangiamenti, mentre le canzoni scivolano flessuose e avvolgenti, le inflessioni acustiche si incrociano con banjo, fisarmonica, fiati e archi con un incedere gioioso e cristallino.
Il singolo “Trampoline” ha anticipato con fiati, organetto e steel guitar le solari attitudini del pop di Aaron Wright, e se riuscite a resistere alla sua appiccicosa melodia girate l’orecchio altrove.
Per i puri di cuore e per i più tenaci si apre invece un contenitore di gioie sonore che non hanno rivali in questa tiepida estate: testi maliziosi su incalzanti noti di piano e armonica definiscono la straordinaria vitalità pop di “Origami Me”, mentre carezzevoli armonie corali operano amabili citazioni di Gilbert O’Sullivan in “I’ll Be Fine”, ma non manca la profondità del folk-rock che anima gli originali equilibri elettro-acustici di “Cellophane”.
Non è raro incrociare elementi country-rock nella musica di Aaron Wright: “Teardrop Sunday Clown” e “Say You Love Me Still”, sono due delicate ballate che simpatizzano con la musica di Ron Sexsmith e Neil Young, ma il tono generale resta quello di un folk-pop primigenio dai toni amabili e dinamici.
C’è molto da apprezzare nell’esordio del musicista ventitreenne, tanto che ogni traccia evidenzia tratti caratteristici: il riff trascinante di “Go On Yourself” si adorna di fiati e cori pop-surf, riscaldando l’animo prima che “Middle Ground” concentri lirismo e malinconia con lussuose orchestrazioni.
Nigel Bailie è ancora protagonista di “Crosses”, con la sua tromba dall'atmosfera naif e psichedelica, solo apparentemente antitetica alla grazia da menestrello che traspare in “Amateur Sleuth”.
Pur meno incisive e leggermente prevedibili, “Take Them All On” e “Kitchen Floor” completano un album dal fascino desueto, accompagnato da un entusiasmo e da una vitalità non destinati a calare con gli ascolti, ma che anzi confermano il talento del giovane songwriter che sicuramente lascerà un segno in questo affollato 2011.
28/07/2011