Beans

End It All

2011 (Anticon)
abstract rap, alt-hip-hop
6.5

L'esito più che lusinghiero della reunion degli Antipop Consortium ("Fluorescent Black", 2009) sembra aver ridato corpo e slancio alla carriera solista di uno dei suoi membri in assoluto più rappresentativi, il rapper e produttore Robert Edward Stewart II, in arte Beans.
A dispetto del titolo, "End It All" ha tutte le carte in regola per segnare un nuovo inizio, o quanto meno una pronta ripartenza, dopo qualche passaggio a vuoto e una pausa di riflessione che gli ha se non altro permesso di riavvicinarsi ai vecchi compagni.
 

Forte di un contratto con gli ex "rivali" della Anticon, Beans allenta leggermente il cordone che lo lega al sound della band d'origine e sceglie di focalizzasi sulle liriche e le parti vocali, affidando la produzione elettro-strumentale a un manipolo di collaboratori d'eccezione, fra gli altri: Four Tet, i Bumps (ovvero i batteristi del giro Tortoise: John McEntire e Dan Bitney), Sam Fogarino degli Interpol, i Tobacco e Son Lux. Quello che ne scaturisce è forse il suo disco più conciso, regolare, aderente a un ipotetico formato rap, se non nei campioni - sempre intrisi di elettronica d'essai ed esperimenti alternative - quanto meno nelle strutture. Meno slam poetry, dunque, poche le cesure ritmiche e i momenti strumentali, strofe dirette, flow torrenziale e ritornelli che avanzano più d'un guizzo pop.

Come nel baldanzoso dittico d'apertura, "Superstar Destroyer" e "Death Sweater", in cui Beans sbozza la sua idea di dancefloor astratto, lineare, insinuante. O "Mellow You Out" col flow sincopato rappreso fra marchin' beat cigolanti e le linee vocali accattivanti in response. Altrove la grana sonica si fa più complessa e dissonante, come nelle corrispondenze di "Electric Bitch" ed "Electric Eliminator", costruite su giri di tamburi a loop e bordoni gelidi e taglienti. Notevole è il minimalismo rarefatto di "Gluetraps", nella quale è lampante la mano di Four Tet. In altri casi il synth-funk di base diventa leggera foschia "distorsiva" ("Glass Coffin") o barocchismo soul appena accennato (l'ottima "Blue Movie"). Oppure è la oldschool tiratissima e pressurizzata di "Air Is Free" e "Forever Living Fresh" a prendere il sopravvento, lasciando il cut-up di "Headliner" fra glitch e stralci d'avanguardia a diluire un po' l'impatto stringato della scaletta con le soluzioni semi-strumentali più degne di nota.

Un disco d'incrollabile mestiere, che non apporta grandi innovazioni al genere di cui la Anticon è depositaria, ma lo rende accessibile e incisivo, servendo al meglio le grandi doti di affabulatore di Beans.

07/03/2011

Tracklist

  1. Superstar Destroyer
  2. Deathsweater
  3. Gluetraps
  4. Electric Eliminator
  5. Electric Bitch
  6. Glass Coffin
  7. Blue Movie
  8. Mellow You Out
  9. Air Is Free
  10. Forever Living Fresh
  11. Anvil Is Falling
  12. Headliner
  13. Hunter

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