Contre Jour

One Night At The Station

2011 (Infrastition)
dark-wave, synth

Dopo numerose ristampe importanti per riportare alla luce materiali altrimenti dismessi e dimenticati della coldwave e del post-punk (ricordiamo Guerre Froide, Complote Bronswick, Opéra Multi Steel e le serie antologiche "Transmission") la francese Infrastition si apre a sostenere una band alla sua prima uscita discografica, i compatrioti Contre Jour.

Soffocato dalla massa prefabbricata e golemiana dei revival, questo quartetto riesce a insinuarsi nell'ascoltatore come un lapsus, come un finto ricordo. Come un esperimento di mimetica artistica e filologica, i Contre Jour suonano una dark-wave perfetta, precisa sintesi degli elementi attitudinali e stilistici che classicamente la caratterizzano. Un'opera linguistica ben confezionata, che non trancia e non innesta niente di estraneo nel flusso temporale/estetico; se fosse uscita nel 1986, avremmo potuto considerarla un ottimo esempio di unione fra le derive più classiche quali: Cure, Bauhaus, Siouxsie e soprattutto Clan Of Xymox.

Qui non si tratta tanto di un'opera nostalgica, quanto di un dettato su carta d'epoca che sa affascinare per le sue doti emotive, che fanno trasparire un'ingenua e naturale malinconia, sorretta da una ritmica sottile e non pacchiana. Tracce quali "A Contre Jour" e "Vladiven" mostrano capacità melodiche e dancey, in un altalenarsi di ritmiche dritte e secche, spigolose ed evocative nei sintetizzatori analogici, toccando un alto livello plastico nella voce di Roxy, ispirata in egual misura da Susan Ballion e Blondie. Peccato i pericolosi rimandi ai Cure, sin troppo espliciti in seppur brevi passaggi.
Simile rischio si corre anche nell'ottima title track, evidentemente ispirata ai paesaggi sonori di John Carpenter, e nel trittico "Tension"-"Decay"-"Recklessness", figli legittimi dei primi singoli dei belgi Xymox. Non mancano anche meccanismi più secchi e meno lirici, come in "This Feeling", vicino ai Bauhaus di "Mask".

I deja vu appena descritti non dominano, però, l'intera struttura del disco, che riesce a mantenere la propria identità. Un'identità costruita chirurgicamente senza lasciare evidenti cicatrici, che bilancia uno strano dualismo tra specchi e maschere. 

08/11/2011

Tracklist

  1. Hourglass
  2. A Contre Jour
  3. The Chosen One
  4. Grey House
  5. Vladiven
  6. Lies
  7. One Night At The Station
  8. Tension
  9. This Feeling
  10. Decay
  11. Recklessness
  12. The Travelling