Gentlemen's Agreement

I napoletani Gentlemen’s Agreement ci fecero cadere la mascella tra le mani con il bellissimo album di debutto “Let Me Be A Child” del 2008. Tornano in questi giorni con il loro secondo lavoro, sempre per Materia Principale, ed è una felicità del tutto particolare quella di trovarsi improvvisamente al cospetto di una band ormai matura, alle prese con la poesia irrefrenabile di un nuovo grande amore: il Brasile. Il nuovo “Carcarà” è infatti un romanzo in forma di disco o un disco in forma di romanzo, vagamente ispirato da fervide frequentazioni della letteratura carioca (tra cui il fondamentale “Verità Tropicale” di Caetano Veloso), sulle tracce di un personaggio (quello che dà il titolo al lavoro e che il talentuoso Alessandro Rak così bene visualizza nel bellissimo booklet) che intona il lamento melodioso di pene d’amore senza riscatto cui solo la saggezza dei pesci saprà fornire conforto e consolazione.

In un turbinio di trombette swinganti, lazzi e areoplanini di disperazione leggera, la band affina una scrittura agilissima, caratterizzata da una ricchezza cromatica a tratti davvero impressionante, nella quale l’estro pop più classico sa dialogare nella sua flessuosa eleganza con tempi bossati e raffinate malinconie tropicaliste. Gli ukuleli diventano così mandolini e i mandolini diventano ukuleli, mentre Napoli e Rio si sovrappongono e confondono, dolci e feroci, sullo sfondo di un mare ondoso e cullante che non smette di soffiare una risacca di poesia e ricordi sulla festa di canzoni ispirate come “The Path Of Life”, “Seed Of Love”, “Let Free Your Fun” o “Little Trip Down The Ocean”.

La band campana confeziona una prova davvero maiuscola, scolpita nell’alfabeto dell’emozione più delicata, per un disco che si lascerà amare e ricordare nel tempo. Cresce intanto la curiosità nei confronti dello spettacolo in costume che accompagnerà la tournée.

24/04/2011