Intellectuals

In The Middle Of Darkwhere

2011 (Jeetkune)
psychobilly, noise

Gli Intellectuals sono da dieci anni una bella realtà della scena musicale romana. Formati nel 1999 come duo (Elena e Francesco, entrambi con un discreto pedigree musicale alle spalle) sono giunti oggi al traguardo del quarto Lp. I loro primi due album, "Black! Domina! Now!" e "Invisibile Is The Best", uscirono per la Hate Records di Pierluigi Bella, rispettivamente nel 2004 e nel 2006. In quel periodo, il duo era specializzato in una riesumazione di forme primarie di rockabilly, alla luce di formule interpretative molto inquietanti.

Con il loro approdo alla Jeetkune Records (l'etichetta gestita dal bassista degli Anti-You già segnalata con riferimento ai Two Bit Dezperados), qualcosa iniziò a cambiare anche nella loro musica, tanto che "Triple" (che, di fatto, inaugurò il catalogo della Jeetkune nel 2009) incorporava anche elementi di una certa sperimentazione sonora, alla ricerca di nuovi moduli espressivi.

 

Il freschissimo di stampa "In The Middle Of Darkwhere" risulta così in assoluto il loro disco migliore e uno dei più importanti di quest'anno. Ormai divenuti un quartetto (si sono aggiunti un'altra ragazza, Tina, e il chitarrista francese Cheb Samir, del duo Capputtini ‘I Lignu), gli Intellectuals sciorinano qui quattordici brevi brani di psychobilly al vetriolo, per nulla scontati e calligrafici.

Il brevissimo frammento posto in apertura, "Annus Horribilis", caratterizzato da un arpeggio di chitarra alla Poison Ivy, sporcato però di elettronica rudimentale, funge da manifesto. Lo spirito dei Cramps aleggia su "A Cheap Religion", brano degno del Lux Interior più invasato. Il punkabilly marcio da sottoscala degli Honeymoon Killers vige sovrano in "They Burned" e in "The Black Power Of Persuasion". La no-wave della "No New York" fa capolino in "Frankenwrong", mentre assai gustosi risultano essere i due brevi intermezzi alla Quintron (la title track e "Untitled Frequency", con tanto di beat-box rudimentale e tastierina stonata) e lo scatenato rock'n'roll di "Thirsty Dinosaur", con tanto di organetto surf da spiaggia.

 

I pezzi forti sono collocati però sulla seconda facciata del disco. Eccellente è "The Joke Is On The Sun", in cui pare di ascoltare le X-Ray Spex sottoposte però a delle radiazioni tipicamente Sonic Youth, con le chitarre scordate che pare si ricorrano a vicenda, all'impazzata. Notevolissimi sono "Tee_Box" e "Today Fog!", nel più puro stile concitato dei Pussy Galore. I vecchi Monks sono sicuramente i numi tutelari di "Troppo Odio", mentre "Lines" suona come una "Judy Is A Punk" degli inferi. Chissà se il compianto Joey Ramone avrebbe gradito.

Il disco si chiude in bellezza con lo stralunato cajun "Hell Is Here", dove la trama acustica del pezzo viene disturbata da dei rumori sparsi.

 

Insomma, Roma, dopo gli Zu e gli Ossatura, ha finalmente altri validi e agguerriti esponenti e, guarda caso, anch'essi legati direttamente al collettivo Borgata Boredom. Dell'album sono state stampate anche una cinquantina di copie in vinile rosso, ma anche le copie normali e in cd sono state edite in quantità limitate.

19/06/2011

Tracklist

  1. Annus Horribilis
  2. A Cheap Religion
  3. They Burned
  4. Frankenwrong
  5. In The Middle Of Darkwhere
  6. Thirsty Dinosaur
  7. The Black Power Of Persuasion
  8. Untitled Frequency
  9. Tee_Box
  10. Lines
  11. The Joke Is On The Sun
  12. Today Fog!
  13. Troppo Odio
  14. Hell Is Here

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