Anthony Paul Kerby & Tomas Weiss

Distant Shadows

2011 (Distant Shadows)
deep-ambient

L'ambient music di qualità ha trovato nell'ultimo decennio nei nomi di Anthony Paul Kerby e Tomas Weiss, due personalità di enorme spessore che, con discrezione, hanno regalato al genere una quantità notevole di lavori di primissimo livello, il primo celandosi sotto vari pseudonimi per la sua DataObscura, attiva dal 2003, il secondo noto soprattutto per le collaborazioni con Mathias Grassow.

I due hanno seguito, negli anni, due percorsi distinti nella forma, ma estremamente vicini nelle intenzioni, cercando, e trovando, nella loro musica una dimensione romantica, meditabonda, introversa, che cerca comprensione nella natura circostante.

Quasi una tappa obbligata, quindi, la collaborazione: in "Distant Shadows" convergono le strade di due musicisti all'apice dell'ispirazione e quello che ne risulta è ovviamente qualcosa in odor di capolavoro.

La title track ci presenta il panorama freddo, cupo e ventoso con cui dovremo fare i conti per tutta la durata dell'album, peraltro suggerito anche dalla splendida foto che ricopre il packaging.

La qualità del suono raggiunta è impressionante, così come la fusione tra i due musicisti, tanto da rendere impossibile distinguere l'operato di Weiss da quello di Kerby.

A colpire maggiormente però è la carica "visiva" delle trame, che delinea nella mente dell'ascoltare uno scenario ben preciso, fatto di cieli plumbei, nuvole pesanti e venti nordici, a cui affidare i nostri flussi di coscienza.

Così "Gathering Memories" scorre lenta per oltre undici minuti, attraversando stati d'animo diversissimi: lascia intravedere uno di quei fugaci spiragli di tenerezza e serenità degni del miglior Harold Budd, prima di scomparire in una densa coltre nebbiosa attraverso cui si riesce a scorgere solo vagamente un synth che si palesa gelido e solenne. "Eternal Return", al contrario, procede su un unico tappeto dronico, solo apparentemente immobile, in cui tensione e drammaticità fermano il respiro.

In qualche modo sembra però che il rapporto con la natura severa e ostile giunga a un punto di equilibrio e pacifica convivenza, questo almeno fa credere "Everything That Can Be Said", che si scioglie in epici riverberi roachiani.
Ma è ancora una volta solo un'illusione momentanea, una tappa della ricerca, perché con "Deep Time" ogni pur pallida emozione viene definitivamente svuotata. Eccoci così inghiottiti nel gelo più totale, vaghiamo senza più alcuna cognizione spaziale, anche le leggi della gravità si annullano (ascendiamo? sprofondiamo?). Soltanto i lontani field recordings di "Figures On A Dark Background" ci riscattano da questo stato aeriforme.

Ma nulla è più come prima: in "A Final Vision" torniamo a scorgere un altro paesaggio, disegnato da droni oscuri, nel quale però si manifesta solo vuoto e desolazione.

"Distant Shadows" è un'opera lunga e complessa, di perfezionismi e virtuosismi, sì, ma anche di profonda, abissale suggestione, frutto della potenza di visione di due artisti maturi e appassionati.

11/07/2011

Tracklist

  1. Distant Shadows
  2. Gathering Memories
  3. Eternal Return
  4. Everything That Can Be Said
  5. Deep Time
  6. Figures On A Dark Background
  7. A Final Vision

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