Lava Lava Love

A Bunch Of Love Songs And Zombies

2011 (The Prisoner)
alt. pop

Nati come un progetto estemporaneo, poco più che un passatempo tra amici in uno studio milanese nell'autunno del 2010, i Lava Lava Love sono diventati progressivamente una cosa seria con il passare dei mesi, con importanti correzioni nella line-up e un Ep già pubblicato prima di questo debutto sulla lunga distanza. I membri attuali provengono dall'area di Verona e quasi tutti militavano nei Canadianse/o nei Fake P, e ora che entrambi questi gruppi si sono sciolti, l'attività della tripla L promette di farsi sempre più intensa.

Non si commetta l'errore, comunque, di credere che i due progetti madre fungano da riferimento per questa nuova proposta. Se le differenze con i Fake P sono talmente abissali che è francamente inutile spiegarle, più sottili sono quelle con i Canadians, ma anch'esse risultano facilmente individuabili. In comune con gli autori di "A Sky With No Stars" e "The Fall Of 1960" c'è la voglia, che traspare nel secondo dei dischi citati, di far sì che la maggior parte delle melodie non goda della capacità di fissarsi a presa rapida nella mente dell'ascoltatore, avendo invece bisogno di alcuni ascolti per una completa assimilazione. Per il resto, intanto già lo stile melodico è differente e quello dei Lava Lava Love è più personale, poiché è difficile trovare un riferimento davvero preciso per descriverlo, al di là della scarsa immediatezza iniziale di quasi tutte le composizioni di cui si è detto. Passando al suono, quello di questi brani è piuttosto vario e l'impronta chitarristica non si prende tutta la scena, perché le tastiere e il banjo non si limitano ad arricchirne la resa ma vi si affiancano in modo piuttosto autonomo e allo stesso tempo funzionale alla resa dei brani nel loro complesso. Anche dal punto di vista vocale il ventaglio di soluzioni è molto ampio, con il timbro nasale di Vittorio Pozzato e quello più arioso e delicato di Florencia Di Stefano che talvolta agiscono da soli e in altre circostanze si compenetrano perfettamente tra loro, ogni volta in modo diverso.

Dalla rotondità semiacustica dell'iniziale "Another Happy Song" alla ruvida energia indie-pop di "Dry Tongue Lies", dalla languida emotività di "Nothing Special" all'intensità in saliscendi di "Your Lite", dalle atmosfere da highway americana di "Kenosis" alla voglia di spensieratezza e ottimismo di "Sparkling Wine", questo disco sa sempre mantenere alta l'attenzione dell'ascoltatore, perché ogni brano è uno spaccato diverso dagli altri di un insieme unitario, dal punto di vista sia stilistico che delle sensazioni espresse. E tornando alla difficoltà di far propri istantaneamente questi brani, una volta superato il numero di ascolti necessario sarà enormemente più complicato allontanarsene, il che succede solo quando le cose sono fatte bene, come in questo caso.

05/10/2011

Tracklist

  1. Another Happy Song
  2. Dry Tongue Lies
  3. An Invitation
  4. Nothing Special
  5. Your Lite
  6. Last Night
  7. The Grey Lines
  8. Tomorrow Will Be The Worst Day Of My Life
  9. Kenosis
  10. Sparkling Wine
  11. Morning Dew

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