I Love Theory sono senz'altro dei gran perfezionisti. Si affacciano alla prima esperienza discografica curando il proprio lavoro nei minimi dettagli, a partire da quello che è il vero e proprio biglietto da visita: il packaging. Un bel digipack, corredato da un libretto con foto altamente professionali attira l'attenzione su tre ragazzi abruzzesi che cercano fortuna in un mondo che grazie al web va diventando sempre più piccolo. Infatti potete trovarli dal vivo sul bel lungomare pescarese, come nei fumosi club londinesi o nei locali più trendy della costa catalana. Ebbene sì, dopo anni di gavetta live spesi fra Pescara, Chieti, Silvi Marina e Montesilvano, ora il trio punta ad avere uno spessore europeo, inserendo Londra e Barcellona nel tour a supporto di "On A Rope".
Essere in bilico su una fune a mezz'aria, destreggiarsi in equilibrio precario fra le mille insidie della nostra epoca, è uno sport nel quale tutti dobbiamo cercar di diventare più bravi, per evitare brusche e rovinose cadute. I Love Theory affrontano tutto ciò dedicandosi anima e corpo alla propria musica, tirando fuori dal cilindro un rock agrodolce che si pone a un ipotetico incrocio fra il diretto classic guitar rock dei Pearl Jam più recenti ("Human Slavery Anthem", "Throwaway"), il post-grunge più morbido, versante Staind/Nickelback ("Nocturnal Bride", "Last Goodbye") e le ricercatezze della scena indie contemporanea. E i risultati migliori si ottengono quando sono queste ultime ad avere il sopravvento, disegnando scenari in cui le modulazioni d'intensità non lasciano mai nulla di scontato e l'epicità di certi passaggi alza il livello del pathos. Senza disdegnare i momenti acustici di "Rain" e una lunga cavalcata elettrica finale, rappresentata dagli oltre dieci minuti di "To The Moon".
I Love Theory sono in sella dal 2004, e dopo una prima fase nella quale si presentavano al pubblico come cover band dei Pearl Jam, iniziano a sviluppare un repertorio autografo, fino a pubblicare nel 2007 il loro primo Ep omonimo autoprodotto. Una loro canzone, l'eccellente "Light In Her Eyes" (qui presente), è stata inserita in una compilation di band emergenti edita dalla label americana Quickstar, che l'ha resa disponibile sul web in oltre trecento negozi digitali. Della line-up iniziale, oggi troviamo ancora Paolo Monteamaro (voce, chitarra e principale compositore) e Riccardo Renzetti (chitarra). Successivamente è entrato a far parte della band il batterista Leo Verrigni, mentre alle registrazioni di "On A Rope" hanno partecipato anche il bassista Stefano Di Giovanni e il tastierista Lino Renzetti.
06/05/2011