Costruzione circolare e piglio punk-pop di quelli che immediatamente ti costringono a battere il piedino e a cercare di memorizzare il ritornello: "Tame The Sun" è l'epitome della freschezza e della semplicità, un pregio o un difetto… dipende dai punti di vista.
I Male Bonding non fanno passi da gigante rispetto all'esordio (anzi!), proseguendo imperterriti tra spensieratezza e una linearità più accentuata. Messi da parte gli spigoli, insomma, la formazione guidata da John Artur Webb rilascia una dozzina di brani che cercano di stuzzicare, con miscele di melodia e rumore, l'appetito dei fan dei Dinosaur Jr. ("Seems To Notice Now", "Carrying" - d'altra parte, produce John Agnello, uno che è già stato proprio alla corte di J Mascis), abbandonando lungo il cammino mollichine Rem. ("Before It's Gone") e ripensando il proprio recente passato con numeri appena più strutturati ("What's That Scene?").
Un'opera robusta ma costruita con il minimo sforzo creativo, tanto da risultare, in poche parole, complessivamente anonima, visto che anche un lungo volo punk-gaze come "Bones" dopo un po' finisce per mostrare la corda. A nulla valgono le sviolinate della press release o le chiacchiere che, sulla rete o sulla carta stampata, già alimentano l'hype. La verità è che brani quali "Mysteries Complete", "Can't Dream", "The Saddle" (quest'ultima, una ballata acustica che è quanto di più fuori luogo ci possa essere in un disco come questo) o le ennesime riproposizioni di stilemi già abusatissimi ("Channeling Your Fears") vanno semplicemente ad intasare l'immenso calderone di brani usa-e-getta.
Di questi tempi, è un vero delitto.
12/09/2011