Autore di “Let Me Sign” per il film "Twilight", Marcus Foster affida a questo Ep un primo set di canzoni, nell’attesa che il suo album “Nameless Path” turbi i nostri sogni. Una voce robusta e sporca che sa di notte fumose e alcool, uno stile vocale che rimanda a Tom Waits e al Rod Stewart degli esordi, il tutto immerso in sonorità sferzanti e ricche di pathos, che evocano John Martyn e Van Morrison.
Tra richiami e inevitabili confronti, si snodano un pugno di canzoni incredibilmente vibranti e intense, frutto di un'urgenza capace di annullare i flussi derivativi del suo patrimonio musicale. Evocando anche Jeff Buckley, per la capacità di trasfigurare sonorità prevedibili in qualcosa di nuovo, Marcus Foster sfronda rock e blues con lirismo e rabbia in “Tumble Down” e flirta con la prevedibilità nella ballad “Demons”.
Energico, possente il suono rimanda alla miglior stagione del cantautorato rock, pulsante e ipnotico nella conclusiva “You Send Me”, e altresì funesto e insudiciato di blues in “Shadows Of The City”, la musica del giovane cantautore possiede un fascino sinistro che sgomenta.
“Tumble Down” è un inizio convincente, i germi che si intravedono tra le strutture a prima vista prevedibili sono fertili, il suo album “Nameless Path” si candida come una delle possibili sorprese di questo vivace 2011.
06/07/2011