Mauro Sambo aveva già fatto parlare di se con un mini-album dello scorso anno, "...Di Origine Oscura", uscito per l'etichetta turca Re:KonstruKt. Quel disco proponeva quasi una summa delle passate esperienze musicali del veneziano Mauro Sambo, che trovano le proprie radici nella musica improvvisata radicale degli anni Settanta (si pensi alle cose della Incus di Derek Bailey e della sua Company), in certa "live-electronics music" e, in parte, nel free-jazz di discendenza John Coltrane. Va detto che "...Di Origine Oscura" è solo una punta di un iceberg nell'arte musicale di Sambo, dato che si tratta di un polistrumentista (in particolare fiati e strumenti elettronici) attivo già da diversi anni (più di venti) e anche piuttosto prolifico (ha realizzato ben 4 cd e 4 Dvd nell'arco di pochi anni).
"Il Perdono Purifica l'Offeso" è un suo recentissimo Dvd, registrato dal vivo il 21 maggio di quest'anno al Museo del Lapidario Romano per la rassegna "Sconfini 2011". Trattasi di un'opera multimediale dove le improvvisazioni musicali interagiscono con le immagini, entrambi contenuti nel Dvd. Non si tratta quindi di una semplice "colonna sonora" per un film, bensì di un unico corpus dove arte visiva e musicale si incontrano. Non a caso, Sambo è anche e soprattutto un artista visivo e uno scultore, che ha anche esposto più di una volta alla Biennale di Venezia e ad altre importanti manifestazioni.
Ispirato allo scrittore-filosofo Jorge Luis Borges (come il resto dell'arte di Sambo), questo nuovo lavoro è diviso in nove capitoli senza titolo. Ad ogni capitolo corrisponde un cambio di scena e di immagini, ma anche di struttura musicale. Il primo frammento mostra una suggestiva immagine di un libro con un ideogramma giapponese e varie stele di marmo con varie incisioni. La musica è altrettanto suggestiva, uno "space-jazz" etereo e arcano che richiama alla mente quello storico di Paul Horn o di Steve Douglas. La seconda e buona parte delle successive scene si svolgono in una cava di marmo e si assiste alle varie fasi di lavorazione di estrazione e successivo taglio di blocchi di marmo. Qui la musica si fa più aspra e astratta, da pura "live-electronics music" con tanto di rumori trovati, tipo da fonderia o acciaieria.
Solo nel quinto capitolo fa capolino del jazz vero e proprio, diciamo vagamente dalle parti di un Evan Parker. Dal sesto capitolo in poi, la musica assume un carattere "dark-ambient", cara a maestri del genere come Lustmord o i tardi Zoviet France, ma con un approccio più "avantgarde" e meno industrial.
Il nono capitolo mostra la pagina con quell'ideogramma giapponese che avevamo visto all'inizio bruciare in un braciere.
La figlia di Mauro Sambo, Matilde, l'ha aiutato in questa performance (all'oboe e ai microfoni), mentre il padre si è occupato della parte video, ha suonato il clarinetto basso e strumenti elettronici (computer etc). Questo Dvd è in attesa di essere pubblicato da qualche volenterosa label. Come progetto complessivo, lo vedrei bene in tarda serata nelle programmazioni di "Fuori Orario" di Enrico Grezzi. Il giudizio complessivo è buono, anche se c'è da augurare a Sambo di non impantanarsi troppo in certi territori che ha già ampiamente battuto a dovere. Insomma, un invito a non ripetersi su certi stilemi.
06/09/2011