Questa doppia raccolta "Mondo Disco", coeva all'analoga "Disco Fever Usa" appena recensita, è dedicata agli artisti disco-music di tutto il mondo. Anche in questo caso, l'esperto Alan Jones ha selezionato rari (ma alcuni neanche troppo) e bizzarri brani, perlopiù europei, che datano dal 1976 al 1984. la qualità media è pure in questo caso discreta (i brani presi in esame sono 23), con alcuni obbrobri che sarebbe magari stato opportuno omettere.
La parte del leone qui la fanno i Voyage (un gruppo di culto per tutti i fan dell'euro-disco), con ben due brani del 1978: "Lady America" e "Souvenirs". Curiosa è la presenza di alcuni padri della italo-disco, come il ciccione Gepy & Gepy ("Body To Body", che nel 1979 spopolò in tutte le feste scolastiche), di Celso Valli, qui producer degli Azoto ("San Salvador", sulla falsariga dei Santa Esmeralda) e dei fratelli La Bionda (un tempo sessionmen di studio e appassionati di West Coast sound), il cui "Deserts Of Mars" è di sicuro uno dei migliori pezzi di space-disco di tutto il 1979.
Simpatico è il francese Patrick Juvet, con uno stile che ricalcava quello dei Bee Gees ("Got A Feeling"), i Supermax che rifanno il verso al Cerrone di "Africanism" ("African Blood"), lo stesso Cerrone, qui presente con una delle sue prime canzoni pop ("Call Me Tonight" del 1979) e la lasciva "Doctor Kiss Kiss" dei 5000 Volts, o ancora uno dei primi pezzi riconosciuti della italo-disco anni 80, come "The Last Romantic" (1981) dei Passengers. Due pezzi però spiccano su tutti: i Disco Circus con "Over and Over", il cui travolgente pattern ritmico è preso pari pari da "Chase" di Giorgio Moroder e la grande disco-music minimalista dei francesi Who's Who (moniker del producer Daniel Bangalter, il padre di Thomas Bangalter dei Daft Punk!), la cui "Hynodance" incorpora anche strumenti inusuali quali il sitar, unitamente a effetti da fantascienza. Graziosi anche i francesi Grand Tour ("Flight To Versailles").
10/06/2011