Naked Truth

Shizaru

2011 (RareNoiseRecords)
ambient, jazz

La terza composizione di questo nuovo lavoro dei Naked Truth è emblematica della loro attitudine musicale; la stessa del resto della casa discografica per la quale incidono: la RareNoiseRecords. Mai nome fu più adeguato alla estrema trasversalità stilistica di tutti i cd prodotti da questo “convitto della sovversione musicale”. Dai Brainkiller ai Method of Defiance, dai Metallic Taste of Blood ai Naked Truth, per l’appunto.

Un combo dedito all’esplosione musicale. Lorenzo Feliciati (bassi, chitarre, tastiere); Pat Mastelotto (batteria e percussioni acustiche ed elettriche), Roy Powell (fender rhodes, piano, hammond, tastiere), Mauro Colavecchi (tablas), Cuong Vu (tromba, elettronica). E proprio il vietnamita Cuong Vu alla tromba è l’asse portante delle deflagrazioni del brano che dà il titolo all’album: “attacca” con un tappeto sonoro cupo, nebbioso, lento, rutilante, che improvvisamente “prende fuoco” con i suoni taglienti e metallici di Vu. Una nenia lunga che deraglia con tempistiche inaspettate, in maniera disarmonica. La segue "Ossimoro" con repentini cambi di mood. Una musica luminescente, colorata come i colori del mondo, che si dilata oltre modo sino a raggiungere vette di lirismo inaspettato. Le musiche del mondo, soprattutto quelle del Sahel dei Tinariwen, sono tutte condensate, in pochi minuti; l’elettronica dubbata poi declama e le atmosfere che cingono l’intero brano, per accompagnarci al Miles Davis di "Britches Brew", con la sua rottura di stilemi e ortodossie.

La cavalcata prosegue con "Shining Skin Sindrome", con un climax in chiave colta ed eterea. Pezzo leggero, ma non banale nelle composizioni e combinazioni timbriche. Sapori quasi vintage che ci conducono ai Japan di David Sylvian. Quelli più orientaleggianti, fumosi come una tavola del monte Fuji di Hokusai. "Touching Corners" ci fa ripiombare nei “bianchi e nero” del primo George Romero e del John Carpenter più estremo. Le paure del progresso e della scienza incontrollata. Una tastiera agghiacciante; fiati che tolgono il respiro e ti lasciano basito; la batteria aritmica, disomogenea dalla tessitura complessiva. Buio pesto che si apre con squarci abbaglianti. Senza fragore, ma con una sottilissima tessitura. Con echi alla Painkiller.

Per chiudere, non si può che imbrigliarsi nel brano d’apertura "Faster Than An Automatic Door". I Weather Report che incrociano in maniera visionaria ma non distaccata l’ethno/jazz più ricamato, più attento a timbri e accordi. Quasi una jam-session costruita su più livelli, su più piani, con più scale d’accesso. Addirittura echi e richiami, tra le righe, a certo klezmer occidentale/askenazita.
La straordinaria e composita esperienza musicale degli artisti si sente tutta. Pat Mastelotto con King Crimson, Roy Powell con Anthony Braxton… ma ecco sì, mentre sta scemando il primo pezzo, il "Faster Than…" di cui sopra, si incunea un basso alla Bill Laswell. Non manca proprio niente. “La nuda verità”.

21/01/2013

Tracklist

  1. Faster Than an Automatic Door
  2. 66
  3. Shizaru
  4. Ossimoro
  5. Shining Skin Syndrome
  6. Touching Corners
  7. Naked
  8. Ahkton