Gli Psychic Paramount si presentarono nel 2005 con l'interessante per quanto irrisolto "Gamelan Into The Mink Supernatural", un disco feroce e assordante, carico di groove e in bilico tra punk-funk, noise, math-rock tagliuzzato e space-rock. Il bassista Ben Armstrong e il chitarrista Drew St. Ivany provenivano dagli indimenticati Laddio Bolocko e in quel lavoro estremizzavano proprio certe caratteristiche del sound della band newyorkese. Ora, a distanza di sei anni, tornano con il secondo lavoro ufficiale, intitolato semplicemente "II".
Meno sperimentale e aleatorio del suo predecessore, "II" si concentra più sull'elemento ritmico, amplificando a dismisura il retaggio p-funk attraverso cavalcate strumentali rumorose, acide e discretamente cangianti. Un ascolto che va consolidandosi passo dopo passo, pur lasciando in parte insoddisfatti. Apre il garage-noise squillante e stridente di "Intro/Sp", acido quanto basta per dileguarsi nelle martellanti e caotiche trame kraute di "DDB", sempre sostenute da una sezione ritmica vigorosa e squarciato da nevrotici fendenti chitarristici (vedi anche la successiva "Rw", dalle parti dei Mi Ami ma con un mood "geometrico" nelle corde).
"N5" è, inizialmente, un caotico asserragliamento di percussioni e cascate trillanti di accordi, poi si dilegua dentro una nube di ambient oscura; "N6", invece, sceglie di detonare strutture minimaliste con bordate di heavy-rock e sciami di distorsioni. Quando, poi, senza soluzione di continuità, si arriva dalle parti di "Isolated", la danza primitivista è al culmine, con echi di "Tomorrow Never Knows" che risalgono dal profondo, virulenti.
Ancora legati al passato nel disco precedente, qui in traiettoria verso nuove soluzioni, i tre si muovono, comunque, con decisione verso qualcosa di veramente importante.
Li aspettiamo al varco.
11/03/2011