Bad Brains

“Into The Future” (ottavo vero album dei mitici Bad Brains, se si escludono svariati dischi live) è degno di nota soprattutto per una questione: è dedicato alla memoria del compianto Adam Yauch, uno dei componenti dei Beastie Boys morto quest’anno a causa di un tumore. Yauch era stato in qualche modo l’artefice del rilancio in pista dei Bad Brains, producendo il penultimo loro album, “Build a Nation” (Megaforce 2007), che suscitò un qualche interesse dato che riportava (almeno idealmente) il quartetto punk di Washington DC ai fasti dei loro tempi d’oro.

“Into The Future” cerca di proseguire su quella strada, concedendo poco al facile mainstream commerciale, sebbene certi episodi crossover (“Popcorn”, “We Belong Together”, “Jah Love) era meglio che fossero stati evitati. Suonano pure un po’ “stonati” certi esperimenti in stile Massive Attack in salsa hard, come in “Rub a Dub Love” o il reggae digitale di “Jah Love” e “Make a Joyful Noise”. Il vero “core” del disco risiede nel loro tipico hardcore supersonico iper-politicizzato, come quello della title-track, “Youth Of Today” e di “Suck Sess”, o anche nel fulminante strumentale supersonico “Come Down”, tutti episodi che ci fanno ricordare quanto questi rastamen di Washington siano stati grandi nei primi anni ottanta, quando uscirono allo scoperto con un capolavoro assoluto di tutto l’hardcore, “Rock For Light” (PVC/Caroline 1983), prodotto niente meno che da Ric Ocasek dei Cars.

Questo disco fresco di stampa mostra i Bad Brains ancora in ottima forma strumentale, nonostante la loro non più verde età, ma talvolta, far rivivere il proprio passato, è un’impresa assai ardua, anche per i giganti.

21/12/2012