Container

Lp

2012 (Spectrum Spools)
acid-techno

Ren Schofield aka Container è l'anima techno di casa Spectrum Spools. Il suo percorso discografico è infatti legato quasi interamente a quello dell'etichetta austriaca – sublabel della Editions Mego affidata da Peter Rehberg al visionario John Elliott degli Emeralds – impegnata da un paio d'anni nel lanciare nuovi talenti provenienti dal sottobosco avant-elettronico americano. Dei vari musicisti ad essa legati, Schofield è senz'alcun dubbio il meno “avanguardista”: la sua è una techno calcolata e matematica, discendente dell'idm nelle architetture e degli acidi post-rave nei suoni.

Questa sua seconda uscita si presenta nuovamente con il titolo di “Lp” (lo stesso avvenne per la prima, risalente all'anno scorso), e si caratterizza per la tendenza a un'ulteriore sintesi sonora: i rivoli abstract e i pochi orpelli ritrovabili nel predecessore sono definitivamente messi da parte, in favore di un susseguirsi di loop macchinali ed ipnotici su un 4/4 fisso in battere, che avvicinano ulteriormente la musica di Schofield ai canoni fissati dai Meat Beat Manifesto e dal primo Aphex Twin.

L'influenza di quest'ultimo è percepibile appieno nel serpentone acido di “Paralyzed” - via di mezzo fra i lavori a nome Caustic Window e gli episodi più malsani di “...I Care Beacause You Do” - e, soprattutto, nell'esplosione sonica uptempo di “Refract”, per niente  dissimile dalle primissime produzioni i in salsa rave dell'irlandese raccolte più tardi su “Classics”. Più contenute sono invece l'ipnotica “Dripping”, punto d'incontro tra Chris Liberator e la minimal di Robert Hood, e l'oscura “Acclimator”, con tutta probabilità il brano più accessibile e “ballabile”.
A completare il quadretto ci pensa il curioso incrocio di Orbital e Mike Dred di “Perforate”, con un bizzarro giro melodico issato sulla più tipica grancassa impavida anni Novanta.

Il successo dell'operazione va ricercato nella capacità delle cinque composizioni che formano l'album di suonare incredibilmente attuali, senza sentire in alcun modo il peso del tempo. Benché suoni e ispirazione provengano da percorsi sonori fondamentali per l'elettronica contemporanea ma ormai giunti al capolinea, Schofield si dimostra capace di non farsi travolgere dalla nostalgia, coniando una sorta di dizionario tascabile della techno moderna. Quel che manca al suo progetto per raggiungere l'eccellenza è un minimo di carica emotiva che supporti la costante ricerca della perfezione formale. Il pieno raggiungimento di quest'ultima, però, basta da solo a regalare un album di caratura elevata, probabilmente il miglior prodotto di quest'anno a firma Spectrum Spools.
Concreto.

16/12/2012

Tracklist

  1. Dripping
  2. Paralyzed
  3. Acclimator
  4. Perforate
  5. Refract

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