Drudkh

Eternal Turn Of The Wheel

2012 (Season of Mist)
black-metal

Portabandiera nel mondo, insieme ai Nokturnal Mortum, del black-metal ucraino, i Drudkh hanno sempre incarnato una visione romantica e naturalistica di questo genere musicale, ottenuta grazie a un muro di chitarre elettriche avvolgente ma ben ricco di melodie e arricchito da omaggi alla musica folk della loro terra.
Capitanati dal chitarrista e compositore principale, Roman Saenko, i Drudkh giungono al nono full-length della loro ampia discografia con questo "Eternal Turn Of The Wheel", lavoro che mostra la band alle prese con l'ennesima sterzata stilistica. Abbandonate definitivamente le velleità shoegaze venute alla luce nel precedente e controverso "Handful Of Stars", il quartetto di Kharkiv decide di ritornare alle proprie origini musicali, riproponendo il sound sporco e compresso degli esordi, seppur maggiormente limato rispetto al passato e arricchito dall'utilizzo di delicati inserti di synth.

Come da loro tradizione, i Drudkh propongono solo quattro lunghi e ipnotici brani, tutti sopra gli otto minuti di durata, cui si aggiunge una breve intro di chitarra acustica ("Eternal Circle"), la cui melodia verrà ripresa in chiave distorta all'interno della traccia successiva, "Breath Of Cold Black Soil".
Passata la calma bucolica dell'introduzione acustica, il tipico wall of sound chitarristico degli ucraini non tarda a esplodere, svelando subito quella che è la caratteristica principale dell'opera, ossia un'estrema semplicità. Aboliti in toto gli assoli chitarristici di Saenko, la band punta tutto su soluzioni armoniche estremamente lineari, composte da due linee di chitarra molto amalgamate (generalmente divise fra frequenze alte e basse) che si separano solo in alcuni piccoli spezzoni, una batteria limitata a dettare le variazioni di ritmo e le rauche urla del vocalist Thurios a completare il tutto.

Tuttavia, se l'opener "Breath Of Cold Black Soil" si lascia piacevolmente ascoltare, pur essendo la classica e prevedibile traccia firmata Drudkh, la successiva "When Gods Leave Their Emerald Halls" risulta un mero e fallito tentativo di ritornare su livelli di sporcizia e violenza sonora che, ormai, poco rappresentano la band. A confermare questa tendenza arriva, quindi, "Farewell To Autumn's Sorrowful Birds", brano suddiviso in due spezzoni: una prima parte, discretamente coinvolgente, che riporta la band sui sentieri melodici dei due precedenti album, dominati da tempi rallentati e melodie malinconiche; e una seconda, chiusa da uno sterile, aspro finale, dominato da ritmi decisamente indiavolati.
Insomma, i Drudkh riescono a essere più convincenti nei momenti più soft e rilassati, pur mostrando un po' la corda in fatto di ispirazioni e freschezza di idee, mentre le parti più dure e ferali risultano essere purtroppo innocue e prevedibili. A chiudere "Eternal Turn Of The Wheel" ci pensa la noiosa "Night Women Of Snow, Winds And Grey-Haired Stars", una vera e propria summa di tutto quello che non funziona in questa release.

Insomma, la band fallisce il colpo e anche in maniera piuttosto clamorosa. Fino ad oggi, l'unico loro lavoro al di sotto delle aspettative era "Estrangement" del 2007. Lo stesso "Handful Of Stars", pur volendo seguire la nascente moda shoegaze di Alcest e Les Discrets, mostrava al proprio interno almeno due tracce di livello qualitativo molto elevato, segnale che comunque questa nuova direzione era ben sentita dalla band.
In questo nuovo lavoro, invece, tutto è troppo scontato e la voglia di ritornare a battere i sentieri aspri del black-metal degli esordi non porta ad alcun risultato degno di nota.

14/09/2012

Tracklist

  1. Eternal Circle (intro)
  2. Breath Of Cold Black Soil
  3. When Gods Leave Their Emerald Halls
  4. Farewell To Autumn's Sorrowful Birds
  5. Night Women Of Snow, Winds And Grey-Haired Stars

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