Gemma Ray

Island Fire

2012 (Bronze Rat)
alt-pop

Quello che spesso manca ad alcuni artisti è il coraggio, una dote che Gemma Ray ha dispensato a più non posso nella sua, per ora, breve carriera. Si è trattato di un percorso discografico lastricato di pericolose e audaci intenzioni, tra giochi potenzialmente al massacro (l'eccellente album di cover "It's A Shame About Gemma Ray") e ambiziosi incontri con il gothic ("Lights Out Zoltar!"), che sembravano tradire le attese della critica, già pronta a incoronarla come l'erede di PJ Harvey dopo l'esordio del 2008, "The Leader". 

Gemma Ray è dotata di un timbro vocale personale, che evoca Dolores O'Riordan, senza ricordare al contempo i toni acuti o il lato oscuro di Polly Jean, in un canto duttile e nitido che in "Island Fire" trova la sua perfezione espressiva. Album dell'autonomia stilistica, il quarto progetto della musicista inglese è un tuffo netto nella melanconia pop, quella che gli Sparks hanno glorificato nel superbo "Hello Young Lovers" (album meno amato dai cultori del pop tout-court).
Non è un caso, infatti, che l'album sia stato preceduto da un singolo a doppia facciata A (in collaborazione con i due fratelli Mael) con due cover version (qui aggiunte come bonus track) di due brani del gruppo americano.

E' un album ricco di costruzioni orchestrali, abbandonate in pieghe pop e beat che scivolano senza enfasi o malizia, tra candore e ingenuità, le quali rendono sconsiderata e fastidiosa quella dolcezza sinuosa, che spesso un animo impavido teme possa indurlo al vizio. La nuova veste di torch-singer dall’animo surf e nouvelle vague si conferma la più elegante e confortevole per Gemma Ray, grazie agli accattivanti toni maliziosi di “Runaway” e alle ambiziose soluzioni sonore di “Make It Happen”, due dei momenti più intensi e creativi del disco.
Il lavoro è in costante ricerca della perfect pop-song, che potrebbe sdoganarla dal mondo indie per una visibilità più mainstream: le qualità vocali sono quelle giuste e brani come “Put Your Brain In Gear” (con il suo profumo anni 50), e “Trou De Loup” (una rilettura di James Bond alla David Lynch) hanno quel fascino dell’occasione unica che cattura l’immaginazione.

Gemma Ray ha raggiunto la sua maturità stilistica con una leggerezza che è frutto di padronanza dei propri mezzi espressivi. Forse manca il coraggio e l’ardore da punk-rocker che accompagnava l’esordio, ma il folk–esotico di “Alright! Alive!”, la magia infantile di “Fire House”, la sensualità peccaminosa di “Flood And A Fire” e il blues irregolare di “I Can See You” non lasciano dubbi sulla riuscita del progetto.
“Island Fire” è il manifesto di una nuova identità artistica per la cantautrice, forse meno audace che in passato (nonostante le ottime riletture dei brani degli Sparks) ma nonostante tutto altamente godibile e suggestivo.

19/09/2012

Tracklist

  1. Alight! Alive!
  2. Put Your Brain In Gear
  3. Runaway
  4. Troup De Loup
  5. Fire House
  6. Flood And A Fire
  7. Make It Happen
  8. Rescue Me 
  9. They All Wanted A Slice
  10. I Can See You
  11. Bring Ring Ring Yeah
  12. Here Comes The Light
  13. How Do I Get To Carnegie Hall? (With Sparks)
  14. Eaten By The Monster Of Love (With Sparks)




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