Negli ultimi tempi in Islanda si è registrata una fioritura di band che propongono un alt-pop ricercato e ricco di partiture orchestrali (come Rokkurro o Benni Hemm Hemm, tanto per citarne alcuni): la più recente e interessante proposta della terra dei ghiacci è il quartetto dei Lockerbie, che debutta con quest'album pieno di melodie ariose e ambientazioni favolistiche.
In molti hanno definito i Lockerbie come una sorta di Coldplay del Nord, ma sarebbe un peccato liquidare le tracce di "Ólgusjór" come mere canzonette pop: esse vantano infatti una discreta originalità dal punto di vista strutturale e sono arrangiate con gusto e amore per i particolari. L'opera è impreziosita da numerose partiture di archi e fiati, che talvolta fungono da sola cornice e rammentano i rivoli sonori degli Arcade Fire ("Reyklykt"), e talaltra diventano le vere protagoniste, tanto barocche da ricordare le esagerazioni di Sufjan Stevens ("Gengur Í Garð").
Consigliato come colonna sonora per una gita estiva.
04/05/2012