Il sottotitolo di "Frequent Flyer" recita "Diary of a Traveling Musician", azzeccato spot per presentare Lorenzo Feliciati, già con i Naked Truth, sessionmanapprezzato e ricercato da molti artisti italiani e stranieri, un musicista che viaggia a fa viaggiare la mente dei propri ascoltatori. Le molteplici collaborazioni realizzate negli ultimi mesi sono il nucleo di un lavoro che raccoglie nove composizioni originali del multistrumentista (qui suona basso, chitarra e tastiere), affiancate da altre due tracce rivelatrici: "Thela Hun Ginjeet" dei King Crimson, originariamente contenuta in "Discipline", e "Footprints" del grande Wayne Shorter.
L'insegnamento dei Weather Report (ma anche quello dei Brand X) è mandato a memoria da Feliciati, il quale dimostra in più di un'occasione di ispirarsi apertamente alla tecnica di Jaco Pastorius.
L'importanza dei nomi coinvolti fanno di "Frequent Flyier" un disco dal respiro internazionale. Alcuni risulteranno noti anche al pubblico che tradizionalmente predilige consumare musica rock, vedi Pat Mastellotto (batterista in forza ai King Crimson dai primi anni 90), Cuong Vu (già con Pat Metheny) e Patrick Djivas. Per non parlare del sax di Bob Mintzer dei Yellowjackets che regala emozioni a fior di pelle sin dalle note introduttive dell'iniziale "The Fastswing Park Rules".
Pur lasciando ovvio spazio al grande talento del titolare (con particolare evidenza per la tecnica bassistica), le doti di tutti gli ospiti vengono messe in gran spolvero, senza mai cadere in quel manierismo fine a sé stesso figlio di molti dischi di questo genere.
A cavallo fra jazz, fusion e digressioni prog (le magniloquenze tastieristiche di "Law & Order" stridono lievemente con il resto del programma), "Frequent Flyer" si dimostra un disco perfetto per essere consumato durante le ore serali ("Perceptions"). Un lavoro a tratti notturno ("Never Forget" è quasi un Miles Davis apocrifo), pregno di grandi atmosfere ma non privo di momenti di straordinaria vivacità ("Gabus & Ganabes"). Tutti i brani sono rigosamente strumentali, eccezion fatta per la conclusiva "Thela Hun Ginjeet", con alla voce Guido Block.
"Frequent Flyer" è un disco importante, che potrebbe imporre Lorenzo Feliciati come stella di prima grandezza nel firmamento jazz internazionale.Il talento compositivo superiore e la tecnica sopraffina, uniti ad un parterre straordinario di primissimo livello sono i punti che lo distanziano da molti altri lavori contemporanei. In positivo.
12/03/2012