Maarten Van Der Vleuten

Sono più di vent'anni che Maarten Van Der Vleuten illumina la scena olandese con dischi di musica elettronica sempre originali e fuori da ogni moda. Non fa eccezione il recente “Are You Worthen?”, pubblicato lo scorso nove ottobre dalla Tonefloat.
Settantasei minuti divisi in otto lunghe tracce che aiutano a capire il talento di Van Der Vleuten - che solo recentemente ha deciso di pubblicare gli album con il suo nome di battesimo.

“Are You Worthy?” apre il disco su tappeti di funk sintetico alla Bill Laswell e atmosfere etniche alla Deep Forest. Già la seguente “Note To Self: Aye Aye, Bye Bye” evidenzia il gusto quasi operistico del produttore olandese, capace di gettare ponti tra generi apparentemente distanti anni luce: un pianoforte che sembra rubato a un disco di Wim Mertens tratteggia la melodia mentre l'elettronica si increspa intorno creando una forte suggestione cinematica.

La componente post-industriale della musica di Van Der Vleuten implode in tutta la sua malinconia sulla cantilenante “About Things Left Behind”, terza traccia in scaletta. Il vuoto desolante della ballata evidenzia ancor di più lo scarto con l'accelerazione ambient-trance della traccia che segue, la scintillante “Shaped By The Sum Of Habits”. E, come se vent'anni non fossero passati, sembra di esser tornati alle alchimie iridiscenti di Eat Static e Psychic Warriors Of Gaia. La seconda metà del disco azzarda desolazioni apocalittiche (“Schau Hinein”, “Blutige Marie”) e drones luciferini (“Distorted Soul, Awaken!”), prima della ninnananna tra Unto Ashes e Sigur Rós che chiude l'intero lavoro, “Hold Me, Comfort Me, Embrace Me”.

25/10/2012