Post-metal, soft/loud, emocore progressivo, math-rock: tutti generi vecchiotti, perfino un po' demodé. Ma "Trials", secondo lp dei lussemburghesi Mutiny on the Bounty, li fonde assieme in modo brillante, ridando loro carica e attualità.
Lo stile, un intrico ipercinetico di ghirigori chitarristici, ritmi spezzati, clean vocals sulle ottave medio-alte, rimanda ai bei tempi in cui Mars Volta, Fall of Troy, Minus the Bear erano ancora gente seria e partendo dal post-hardcore gettavano le basi per una nuova, entusiasmante epoca progressiva (mai del tutto concretizzatasi, a dire il vero). D'altra parte, però, "Trials" spinge molto di più su elementi atmosferici: non è il funambolismo melodico a guidare i brani, ma quello stesso impatto climatico/geologico che ha animato le opere migliori di Explosions in the Sky, Pelican, Russian Circles.
Muri di chitarre e cascate di armonici e riverbero dunque, arricchite da un po' di effettistica elettronica. Ma non solo: nella seconda metà del disco, sbuca un dinamismo di tipo diverso - più scattante, più "pop". Ci si addentra negli stessi territori di confine tra screamo e Bloc Party che sono stati brillantemente esplorati da ¡Forward, Russia! e dai nostrani Death of Anna Karina. I brani finali convergono dunque a uno stile ricco, stratificato, fortemente evocativo; ma al tempo stesso capace di far muovere il piedino.
Grinta, atmosfera, complessità e agilità ritmica: "Trials" ha tutte le doti per farsi notare da un pubblico variegato e attento ai suoni più energici.
12/10/2012