North Atlantic Oscillation

Fog Electric

2012 (Kscope) | alt-prog-pop

Radiohead lie down on Broadway. Per il loro secondo, atteso album gli scozzesi North Atlantic Oscillation abbandonano le ritmiche new rave dell'entusiasmante "Grappling Hooks" per inseguire un suono più raffinato e compiutamente progressivo. Tracciando un collegamento inedito: "Ok Computer" e gli ultimi prodigi dei Genesis dell'era Gabriel. Nessun passatismo però: anzi, le intuizioni delle due band sono con "Fog Electric" aggiornate alle recentissime tendenze texture-pop che spopolano nel contesto indie britannico.

La riuscita ricerca di uno stile personale, che s'incastri da qualche parte tra Everything Everything e Mew, Elbow e Horrors, spinge il terzetto di Edimburgo a puntare tutto su melodie soffuse, falsetti d'ordinanza, cura delle atmosfere e della produzione (firmata Tony Doogan, già con Super Furry Animals, Mogwai e Belle And Sebastian). Il sound finale, assieme ricco e rarefatto, soddisfa senz'altro le ambizioni arty che l'hanno ispirato e fa di "Fog Electric" un esempio di eccellente lavoro di studio.
Non appaia strano, dunque, che il disco richiami alla mente due pietre miliari della produzione in studio come "Ok Computer" e "The Lamb Lies Down on Broadway": proprio alle armonie stratificate del primo e al peculiare "barocchismo astratto" dei suoi intrecci elettronici rimandano gli arrangiamenti dei brani; pezzi come "Chirality" o "Interval", poi, sembrano rifarsi direttamente agli episodi più obliqui ed enigmatici del capolavoro dei Genesis. Traboccanti di mellotron e giochi di sospensione, sono avvicinati ulteriormente anche dalla particolare presenza ritmico/melodica del basso, così vicina alle memorabili intuizioni di Mike Rutherford.

A fronte di un simile lavoro sull'architettura del suono è un vero peccato che le composizioni non risultino all'altezza. Le canzoni sono deboli proprio dove il precedente album trionfava: melodie, dinamismo e incastri ritmici. Tutto è troppo indiretto, troppo privo di nerbo o ossatura: viene da pensare che la ricerca dell'eleganza si sia spinta troppo in là, che abbia confuso la non banalità e l'evocatività delle atmosfere con l'assenza di strutture solide, linee di impatto immediato e ritmiche coinvolgenti. I brani allora ammaliano ma non conquistano, stupiscono per la classe delle soluzioni sonore ma non riescono a farsi ricordare.

Un'occasione persa? No. Piuttosto, un disco ambizioso e meritevole, ma riuscito solo a metà.



Savage With Barometer

(11/05/2012)

  • Tracklist
  1. Soft Coda
  2. Chirality
  3. Mirador
  4. Empire Waste
  5. Savage With Barometer
  6. Interval
  7. Expert With Altimeter
  8. The Receiver
  9. Downhill
  10. (Theory Of Tides)
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