L'album è piuttosto disomogeneo, e alterna momenti di puro revival anni 80 (come nel synth-pop germanico di "Funny Girl" o nelle fastidiose voci robotiche di "Ballerina"), a pezzi costruiti su drum machine e sottili pad eterei che profumano di Dean & Britta ("Just 4 Kix", "I’m Here"). Tutta l'opera pare volutamente derivativa, ma in alcuni momenti viene davvero da gridare al plagio: "Baby Blue" segue pedissequamente, fin dal titolo, la "The Thin Ice" floydiana, e Waters andrebbe per lo meno accreditato come co-autore.
A conti fatti, le tracce più interessanti risultano essere gli intermezzi ambient che tagliano l'album in tre parti, nonché "Going Home", il cui cantato è adagiato su bordoni di ampio respiro e sottilmente psichedelici.
(20/05/2012)