La sicurezza con cui quotidianamente una fetta di musicisti scozzesi si riunisce per dare vita a qualcosa che sconvolge i sensi è disarmante. Una dedizione totale di chi da sempre si mette al servizio della musica, senza vederci strani meccanismi dietro se non il semplice ed incontrovertibile desiderio di esprimere delle sensazioni, come già fece quest'anno Gerard Love nel suo nuovo progetto Lightships cui hanno contribuito amici e intramontabili glorie della scena gaelica.
Gli Snowgoose nascono esattamente con questa stessa voglia di aprire il proprio cuore e lasciar scivolare parti di sé nelle proprie canzoni, attraverso la riunione di grandissimi e altrettanto rinomati musicisti: il songwriter Jim McCulloch (Isobel Campbell & Mark Lanegan, The Soup Dragons, Sweeney Todd) e il batterista Stuart Kidd (Wellgreen, Stevie Jackson), entrambi militanti nei BMX Bandits (i grandi assenti della C86), il bassista Dave McGowan (Lightships, Teenage Fanclub, Belle and Sebastian e un'infinità di altre presenze), il chitarrista Raymond McGinley (Teenage Fanclub), senza tuttavia dimenticarci anche l'aiuto di altri numi tutelari quali John McCusker, Norman Blake (Teenage Fanclub), Dave McCluskey (Bluebells) e Peter Dombernowsky (Giant Sand). Insomma, una sfilza allucinante di nomi (in alcune apparizioni live si sono aggiunti pure Chris Geddes e Stevie Jackson dei Belle and Sebastian) a testimonianza di quanto la stessa scena scozzese risulti ormai essere un'effettiva e consolidata famiglia, in cui ogni membro è pronto a immergersi e a rendersi disponibile in nuovissimi e innumerevoli progetti. Nel caso degli Snowgoose, un dream team di lunga esperienza si riunisce al servizio della sensazionale voce di Anna Sheard, che a differenza dei suoi nuovi compagni di viaggio è una sconosciuta alla sua prima prova effettiva.
Risulta però tuttavia difficile parlare di questo disco in piena estate, visto che le undici tracce di "Harmony Springs" possiedono un'atmosfera decisamente primaverile, quando la neve, spazzata via dalle prime brezze, si ritira lasciando spazio a piccoli nuovi germogli, fragilissimi all'apparenza, tuttavia forti di radici solide e sicure.
Le undici canzoni dell'album, confezionate con cura certosina da Jim McCulloch, testimoniano già a un primo ascolto un nucleo d'ispirazione decisamente compatto e riconoscibile. Lontano tanto dal cristallino guitar-pop byrdsiano dei Teenage Fanclub, quanto dall'essenziale immediatezza a bassa fedeltà dei seminali BMX Bandits, la musica degli Snowgoose è costruita con sapienza attorno all'eleganza vocale della Sheard e rimanda con rispettosa ortodossia al folk inglese di fine Sessanta/inizio Settanta. È difficile, in effetti, ascoltando le prime note della morbida e raffinatissima "Crawl Out Your Window", il pezzo che apre il disco, non pensare immediatamente a Sandy Denny e ai Fairport Convention di "What We Did On Our Holidays" e "Unhafbricking": simili le atmosfere di serena e malinconica suggestione, la cura strumentale quasi jazzistica, la luminosa centralità della voce e le dilatazioni di stampo psichedelico. Negli episodi che seguono - in cui la delicata trama sonora sostanzialmente si ripete, pur mantenendo una qualità e una piacevolezza altissime - si riverberano diffusi, complici e sofisticati echi dei Pentangle di Jacqui McShee (a proposito di scozzesi...), di Joni Mitchell ("Fox On The Tracks"), Nick Drake ("The Apple Sun"), Richard and Linda Thompson ("I Will Wait For You"), Donovan ("Migration Season"), persino di Joan Baez ("In Time"). Il tutto riletto con intelligenza e reinterpretato con la personalità dei musicisti navigati, lasciando che i modelli affiorino nella memoria dell'ascoltatore in modo quasi inconscio. In fondo lo stesso atteggiamento colto e retrospettivo che nel 2009 avevamo apprezzato nel progetto parallelo di Stuart Murdoch God Help The Girl (sempre a proposito di Scozia...).
In tanto nitore formale può darsi che manchi un po' d'immediatezza propriamente pop, e che nei quarantaquattro minuti dell'album si senta la mancanza di un cambio di marcia, tuttavia canzoni di grande freschezza come "Harmony Springs" (davvero una brezza di primaverile leggerezza) e "Hazy Lane" (con la sua deliziosa aria rurale da CSN&Y e i suoi archi folk di miele e nuvole) ci convincono con forza della bontà assoluta del progetto Snowgoose.
09/07/2012