Hanno racchiuso una loro canzone in una bottiglia di vetro affidandola alle acque dell’oceano. Hanno spedito a un centinaio di ignari destinatari sparsi nel mondo una cartolina sonora. Hanno immerso il loro fluttuante insieme di elettronica e acustica avantgarde e leggermente retrò nelle acque melmose di uno dei capolavori del nuovo millennio (“Aquatint”).
Ora gli svedesi Testbild svelano parte del loro patrimonio umano, uscendo allo scoperto con altri moniker: Petter Herbertsson elabora la denominazione Sternpost per un sette pollici in edizione limitata di 99 copie, contenente meno di quindici minuti di musica affidati a un vinile avvolto in un poster di 366x549 millimetri.
Le dissonanze e le complesse rifiniture di “Aquatint”, alle quali avevano già rinunciato in “Barrikad”, sono ancor più diluite: la musica vive infatti di suggestioni mai così connesse alla loro Svezia. “Sternpost” crea sfumature cristalline addolcite in salsa jazz, che sono frutto del suono della pioggia in “The Rain Is You”, oppure raccontano l’energia della tempesta in “The Storm” attraverso la raccolta delle ceneri e delle polveri che essa abbandona.
C'è spazio inoltre per il romanticismo in “Sunken Ships Ahead”, un affresco malinconico di poche note di contrabbasso, piano Fender-Rhodes e un canto svogliato ma gentile, ma anche margine per tentazioni quasi sinfoniche in “Waiting”, che resta sospesa su accordi di fiati che attendono "A Speck On The Moon" per liberare tutta la magia delle infinite variazioni di arpeggi e citazioni neo-classiche.
"Sternpost"è un progetto figlio dell’incanto e della discrezione, una pagina ancora diversa di una straordinaria colonna sonora evanescente e ricca di armonie memorabili.
18/02/2013