Markus Ernehed aka The Kicker è l'ultima grande promessa di quella scena elettronica, predominante nel nord Europa, il cui suono è sostanzialmente prodotto della fusione fra le forme più sincopate e lounge-oriented della house e il lato più dub dell'ambient.
Quel genere, per capirsi, che sta andando a sostituire in maniera sempre più capillare i trip sotterranei della vecchia deep-house, e che ha visto quest'anno il suo exploit maggiore nell'inattesa e riuscita svolta di DFRNT.
“Ambition” segna il debutto sulla lunga distanza del producer svedese, dopo i promettenti Ep “Apple Of My Eye” e “Thursday_Sunday” e gli esperimenti "caserecci" di stampo electro-jazz a nome McCan e Sound Riot. La "nuova" vita artistica di Ernehed si qualifica all'insegna di un sound patinato e languido, tale da inserire la sua musica nei cliché più tradizionali del filone di cui sopra.
Sorprende quindi meno del dovuto la lettura del nome di Håkan Ludvigson – magnate della Substream e padrino di buona parte della scena electro-house svedese di questo inizio decade - fra i produttori di parte dei brani, equamente divisi fra rilassate distese e saltellanti ambientazioni da retro-discoteca.
Del primo gruppo fanno parte i risultati migliori, come l'iniziale title track, la dimessa e minimale “Change Is The Only Costant”, la rilassata “Twelve” e il quasi trip-hop di “Cut Up”, mentre nella stasi di ritmica di “One” è la noia a regnare, suo malgrado, sovrana.
Sul versante del “groove”, da segnalare i dieci minuti di pura ipnosi regressiva di “Archie” e i nove a suon di sincopi e memorie jazzy di “Pads”, che corrono però il rischio di scivolare nella pacchianeria dei classici fondali sonori da lounge bar. A cadere fragorosamente in tale trappola è invece la conclusiva “Akufen”, cui spetta la palma di brutto anatroccolo assieme al pessimo esperimento beat-vocoder di “Live Slow Die Old”.
“Ambition” è lavoro spaccato in due fra alti e bassi, che non riesce però nel complesso a soddisfare del tutto le aspettative riposte su Ernehed dopo i primissimi e promettenti germogli. Si potrebbe cercare la scusante di turno e giustificare lo svedese per varie ragioni, non ultime delle quali la giovane età e l'evidente difficoltà del risultare “originali” all'interno di uno stile arduo da evolvere. Ed è proprio quest'ultima caratteristica a rendere questa nuova tendenza nordica un'ottima palestra selettiva: solo il tempo potrà dirci se The Kicker sarà l'ennesimo caso di fiore mal sbocciato o se maturerà assieme alla sua musica. Noi tifiamo per la seconda.
Rimandato, per ora.
29/10/2012