Questo disco è un piccolo gioiello che si inserisce in quel circuito di cantautori, ma in questo caso sarebbe meglio dire di cantautrici, che recentemente stanno facendo l’occhiolino alla tradizione americana.
In questo momento dalle nostre parti la fortuna ha baciato la brava Thony, ma anche Valeria Caputo ha tutte le carte in regola per conquistare affermazioni importanti.
E queste carte se le gioca con piglio testardo, andandosi a procurare in giro per il web i finanziamenti popolari necessari per produrre “Migratory Birds”, attraverso un’operazione di crowd-founding andata a buon fine.
Le label “che contano” non si accorgono (o si accorgono con colpevolissimo ritardo) di simili cimeli nascosti nell’underground nazionale, e contribuiscono a dilapidare ricchezze non indifferenti.
Valeria sa lavorare di fino, appoggiandosi su costruzioni lievi (“Honey In My Room”), a volte quasi sussurrate (la title track), oppure tenute in piedi magari soltanto da voce, chitarra acustica e poco altro (“Fly Away”, “The Sea Has Told Me”).
Ma sa anche coltivare arrangiamenti più pieni (“The Next Train”), arrivando a far confluire nella propria musicalità sensazioni jazzy, orecchiabilmente pop (“You Can’t Stop”) e persino moderatamente rock (“I’ll Be With You”, la conclusiva “It’s Wrong”).
Nella rigogliosa “December Sun” jazz e psichedelia si rincorrono e si congiungono astralmente, fra sax e chitarre (quasi gilmouriane) scintillanti.
Ma è nel folk che affondano le radici della sua anima musicale, e i riferimenti sono in alcuni casi davvero importanti: prendete “The Face On The Screen”, la seconda traccia, e ditemi se non vi pare di ascoltare Joni Mitchell, certamente il riferimento più evidente della Caputo.
Valeria è pugliese di nascita e romagnola d’adozione, scrive, suona e canta, le sue ali spiegate mostrano una leggerezza ed un’eleganza davvero rare, con la West Coast e Woodstock scolpiti nel cuore.
“Migratory Birds” è un autentico viaggio interiore, fatto di tenacia e sogno, caparbietà e slancio lirico, con la giovane cantautrice che si fa trovare già matura all’appuntamento che conta.
Un lavoro dal respiro internazionale, in grado di farsi valere anche fuori dai nostri confini.
Un esordio davvero convincente.
(12/11/2012)