White Rabbits

Milk Famous

2012 (Tbd)
art-rock

Prendere a modello un gruppo troppo spesso negletto da pubblico e addetti come gli Spoon costituisce di per sé già un merito raro. Ma i White Rabbits si sono spinti anche più in là, andandosi a scegliere proprio Britt Daniel come produttore e pigmalione per il loro secondo album del 2009, "It's Frightening" (qualcuno forse ricorderà il fortunato anthem "Percussion Gun", rimbalzato su doppia batteria). Esperienza che qualche impronta nella sensibilità compositiva del sestetto newyorkese l'ha visibilmente lasciata, almeno a giudicare dal nuovo lavoro "Milk Famous" (chi al cospetto di "Heavy Metal" non ha subito pensato a "I Turn My Camera On" alzi la mano). E infatti ora, a produrre, si ritrova quel Mike McCarthy che esattamente con gli Spoon collaborò in occasione di due dei loro dischi più significativi, ovvero "Gimme Fiction" e "Ga Ga Ga Ga Ga".

Detto questo, non bisogna dimenticare mai di rendere a Cesare quel che di diritto gli appartiene e, in questo senso, i White Rabbits alla boa del terzo disco si dimostrano una band solida e ricercata, finalmente padrona di un proprio stile. Quello che i newyorkesi offrono all'ascolto è un art-rock nervoso, che predilige narrazioni spezzate (seguite "I'm Not Me"), redatte con tratto un po' contorto ma sempre espressivo (del resto "Everyone Can't Be Confused").
La band rimacina incessantemente tonnellate di ascolti (dai Radiohead di "Hold It To The Fire" o "Back For More" al punk-funk angolare di "Temporary", passando per spunti più genuinamente vintage-sixties come "The Day You Won The War"), traslitterando il proprio eclettismo in un movimento sconnesso e dispersivo, nutrito di continue manipolazioni che sciolgono forma e contenuto in un'esitazione, per così dire, "itinerante", in viaggio attraverso generi e suggestioni di volta in volta diversi (si consideri "Are You Free" o la mesmerizzante "Danny Come Inside").

"I Had It Coming", ballata lennoniana in quintessenza, si configura così come sigla perfetta per un album dominato da un gusto forse troppo colto ed estetizzante, a tratti quasi volutamente ridondante, ma comunque elaboratissimo e di pregio innegabile. Un gusto, fatte le dovute differenze del caso, non troppo lontano dai Cold War Kids (soprattutto quelli più recenti). Da seguire.

08/03/2012

Tracklist

  1. Heavy Metal
  2. I'm Not Me
  3. Hold It To The Fire
  4. Everyone Can't Be Confused
  5. Temporary
  6. Are You Free
  7. It's Frightening
  8. Danny Come Inside
  9. Back For More
  10. The Day You Won The War
  11. I Had It Coming

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