L’idea non è proprio una novità, di compilation incentrate sulla scena musicale di una città ne escono tutti i giorni, alcune anche di egregia qualità, come "The Next Wave", curata da Elena Raugei per la zona fiorentina, approfondita giusto qualche mese fa. Ma trattasi di operazioni sempre auspicabili, soprattutto quando si cerca di dare visibilità a interessanti band emergenti, che altrimenti avrebbero enormi difficoltà a farsi largo in una ribalta sempre più affollata di suoni e protagonisti, veri o presunti tali.
Questa volta ci soffermiamo sull’iniziativa di uno studio di registrazione/sala prove di Latina, Roll It Baby, da tempo luogo di convergenza di musicanti e musicofili, a due passi dalla tentacolare Capitale.
Stefano D’Angelo, il coraggioso titolare, ha selezionato dodici band fra quelle che abitualmente gravitano nei suoi spazi, privilegiando giovanissime proposte e fornendo loro un piccolo ma simbolicamente significativo trampolino di lancio. Il fonico Gabriele Rapali si è occupato degli aspetti tecnici, contribuendo a valorizzare al massimo ogni singola proposta.
Il risultato sono dodici tracce che hanno il pregio di essere tutte originali (non ci sono cover) e inedite, e tutte registrate appositamente per l’occasione, con un contributo versato spontaneamente da ciascuna band per far fronte ai costi di stampa e distribuzione: un apprezzabile atto di autopromozione.
Come corollario, il disco è stato presentato in due affollatissime serate tenute al Sottoscala Nove di Latina, dove le dodici formazioni hanno proposto ognuna un set di circa trenta minuti.
Piccole iniziative come queste dimostrano che nel sottobosco nazionale continua ad esserci tanta carne al fuoco: in questa raccolta, come in tante altre similari, il materiale assemblato è senz’altro meritevole di attenzione.
Dentro ci sono almeno tre gruppi dei quali si è già parlato su queste pagine: gli Elephante, fautori del più poderoso psych stoner della zona romana, i Sexy Cool Audio, duo garage-rock che risulta l’unica formazione della compilation ad utilizzare la lingua italiana, con una proposta a cavallo fra Massimo Volume e Nine Inch Nails, ed i Bravo, trio power punk che si sta gradualmente guadagnando una reputazione a livello nazionale, qui scelti per aprire i giochi.
La scaletta prevede anche il britpop dei Trumpers, l’indie (soul) pop dei Cheers, l’approccio Radiohead-style dei C-Ruber, i riffoni zeppeliniani degli Hookers. Molte band hanno deciso di contribuire con pezzi strumentali: Whiteout, Revolverhate, White Line Fever, Don’t Chuck Castoro e Gevelot, dimostrano tutti di avere molto da dire maneggiando psichedelia e rock, più o meno hard.
Tutto molto bello, e quando si parla di giovani realtà non si può che accoglierle con il sorriso sulle labbra, soprattutto quando dimostrano perizia e capacità di comporre buone canzoni. Per un giudizio finale complessivo e definitivo attendiamo di vedere queste dodici formazioni all’opera sui rispettivi lavori, con l’augurio che si possa parlare diffusamente in futuro, e non solo da queste parti, di almeno una cospicua parte di loro.
08/06/2013