Andrea Carboni

Due []

2013 (Autoprodotto)
songwriting, alt-rock
6.5

Fare il cantautore nel 2013 non è certo faccenda facile, specialmente vivendo in Italia. Non che quella del songwriting sia mai stata un'arte particolarmente abbordabile, per via della sua stessa natura, che di fatto preclude in partenza la possibilità di colmare vuoti creativi o espressivi per mezzo di espedienti tecnico-atmosferici.
Ciononostante, negli ultimi anni il cantautorato italiano ha vissuto una vera e propria esplosione, specialmente da quando si è legato in maniera quasi indissolubile al panorama indie, a quella scena alternativa a tutti i costi che più il tempo passa più si sta trasformando in una sorta di secondo mainstream - ne sanno qualcosa gran parte degli amici che Manuel Agnelli e compagni hanno riunito qualche anno fa in nota compilation post-sanremese (!).

Capita poi ogni tanto che qualche nome di effettivo valore riesca a spiccare in un mondo ormai divenuto macrocosmo, non tanto per doti particolari o lungimiranza oltre le righe, ma semmai per spontaneità e capacità di tenersi lontano dai cliché dello snobbismo tipicamente indie. Il pisano Andrea Carboni rientra a pieno titolo in questa categoria, nonostante i plurimi legami con parte degli esponenti della suddetta scena. A produrre questo suo secondo lavoro vi è infatti Paolo Mauri (Le Luci Della Centrale Elettrica, Massimo Volume, gli stessi Afterhours) e fra i collaboratori spicca addirittura il nome di Enrico Gabrielli.
Trattasi però di un disco variopinto e incredibilmente “suonato” da un songwriter che è pure polistrumentista, perfettamente a suo agio nel dare toni e sfumature a tesi incentrati principalmente su un argomento quotato e usuale come quello delle relazioni umane.

Ci sono rabbia e sconforto nel tradimento subito in “Lento”, con la chitarra a distorcersi fra l'indecisa sentenza, quanto nel proclamo di rimpianti di “La migliore che ci sia”, un'energia che si tramuta in rassegnazione in bassa fedeltà in “Vinceremo grazie” fino a distendersi nella sensualità malsana di “Mille”.
L'autoindagine di “Magari”, accompagnata da fiati e archi e ripresa poco dopo al solo pianoforte in “(Magari)” fa da contorno alla critica alle storie forzate di “Lei non sa chi sono io” ("Tra tutti i tuoi spigoli/ e i limiti miei/ preferirei dividere questa caduta a metà"), e sempre l'amore è protagonista – stavolta in positivo – delle ballate più languide: l'iniziale “L'amore dopodomani”, la nostalgica “Dove sarai” e la soave e sognante “Magari”.

Un paio di strumentali completano il quadretto di un lavoro che gioca su atmosfere semplici e di rapida presa, tenendosi lontano dalla pretesa di eccedere. Umile è l'aggettivo che sta alla base del successo della proposta di Carboni, musicalmente e liricamente ben lungi dall'essere innovativa, ma per nulla scontata nel suo essere personalissima.
Se c'è un elemento che nel mondo del songwriting può fare la differenza quello è il cuore, e in “Due []” il cantautore pisano ne mette in quantità copiose. Un buon album di noderne canzoni, nulla meno e nulla più, come (troppo) pochi se ne sentono ultimamente in Italia.

23/07/2013

Tracklist

  1. L'amore dopo domani
  2. Lento
  3. Vinceremo grazie
  4. Dove sarai
  5. Mille
  6. La migliore che ci sia
  7. Rango
  8. Magari
  9. Lei non sa chi sono io
  10. (Magari)
  11. Il male minore
  12. BAM

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