I londinesi Art Of Burning Water propongono un discreto concentrato di rumorismo sludge, portando in dote massicce dosi di alienazione urbana e sconcerto esistenziale.
Facendo leva sull’arte della ripetizione, adoperata come un’arma già a partire da “You Won't Know Till You've Cried”, Mike, Kunal e Grief (rispettivamente a batteria, basso e chitarra/voce) accendono e lasciano detonare micce come se in gioco ci fosse il buon esito di una palingenesi viscerale.
C’è del mestiere, soprattutto quello. Perché in queste costruzioni rocciose e asfissianti, in cui non manca un certo grado di filiazione Amphetamine Reptile (si ascoltino, per dire, “Lacerations To Hands And Faith” o le trame fittissime di “We Failed”), in cui gli strumenti si rincorrono, scaricando fuoco e fiamme (“Since His Collapse”), finendo per esaltare il totem dei Melvins (probabilmente, l’influenza più importante per i Nostri), quello che manca ancora è una più convinta inclinazione sperimentale, anche sulla scorta di numeri come “Way Of Bastard” e “Way Of Snake” che dimostrano che si può osare sicuramente di più.
15/01/2013