Ormai da sette anni duo di punta, per così dire, dell'underground statunitense più free, i Big Blood dei coniugi Mulkerin/Kinsella (e prole) fanno per la seconda volta i conti con la forma full-length propriamente detta, lasciando da parte per l'occasione il marchio Don't Trust The Ruin in favore di Feeding Tube Records. In un percorso costellato di cd-r fatti in casa – ritagli, disegni e serigrafie di arte neo-primitiva, in linea con la loro ispirazione musicale –, di registrazioni live rigorosamente lo-fi e modesti affreschi avant-folk, “Radio Valkyrie 1905 - 1917” vuole forse essere il sunto, la convergenza delle fasi attraversate più o meno distintamente in questi anni. Dagli acerbi quanto ipnotici mantra vocal-percussivi degli esordi all'inneggiante psichedelia di “Dark Country Magic”, giungendo alla svolta elettrica con "The Wicked Hex", i sodali di Portland rimestano nel calderone e con perizia assemblano la loro opera più longeva, benché forse non la più ambiziosa.
Gli ingredienti di base non cambiano: all'occasionale stomp di “Everything Is Improving” seguono perlopiù lente danze tribali come “Cast Iron Hand” e “Secret Garden”, ennesime variazioni sul tema miliare di “Venus In Furs” (è mia personale convinzione che ad esso sia riconducibile buona parte della produzione loro, dei Natural Snow Buildings e altri della cerchia drone-folk).
Tra lunghe code in stile libero e frammenti parlati – immancabile il contributo del pargolo – il duo non si spinge oltre ciò che ha sempre fatto con una certa continuità: è lecito pensare che si riservino le stravaganze, le eccezioni alla regola per dischi più contenuti, mentre in “Radio Valkyrie” decidono di abbandonarsi più che mai all'indipendenza da limiti temporali; è infatti la ripetizione ritualistica a permeare le loro melodie di quello strambo, imperscrutabile misticismo così estraneo al suo contesto storico.
Non vi è alcuna posa nello strenuo recitar-cantare di Colleen Kinsella, e nemmeno nell'incedere delle chitarre, al confine tra arpeggio e bordoni/rāga (“Ice Swells Pt. II”). I Big Blood sono autentici “old time primitives”, e se da un lato questa linea d'azione può risultare ormai stantia e ampiamente sfruttata, dall'altro non perde un briciolo del proprio peculiare fascino arcaico.
Per gli irriducibili della nuova ondata hippie del terzo millennio “Radio Valkyrie” potrebbe assurgere al ruolo di manifesto, e senza alcuna pretesa storicizzante.
21/05/2013