È piuttosto difficile negare che la Sacred Bones sia una delle etichette più cool sulla piazza – a partire dagli artwork “standardizzati”, ci tiene ad apporre il suo marchio sulle sue uscite, dall’aria sempre così integerrima. È parzialmente il caso del secondo disco di Jesse Lortz aka Case Studies, già nei The Duchess & The Duke, fattosi nel tempo più ombroso e solenne.
In “This Is Another Life” il tono è infatti un misto tra la sacralità romantica di “The Good Son” e l’understatement in chiaroscuro dei National più vicini alla tradizione: si fa il pieno di ballate al pianoforte, in cui gli arrangiamenti sono sempre un accenno, un velo, tra i quali il baritono di Lortz sa muoversi senza affettazione in canzoni del tenore più classico (“You Say To Me, You Never Have To Ask”).
I brani più tirati diventano così incursioni pionieristiche (“Driving East, And Through Her” sembra una parodia country Feelies-iana, “From Richard Brautigan” sembra una demo improvvisata del celebre incontro tra Dylan e la Band).
Insomma, come spesso capita nei dischi Sacred Bones, “This Is Another Life” è un disco interessante e di classe, e allo stesso tempo provvisto di una sua calligrafia di riferimento, messa però in gioco con l’attitudine scanzonata e consapevole delle esecuzioni della band. Da segnalare anche il duetto con Marissa Nadler in “Villain”.
16/06/2013