Shawnee moon
Come see me through
Shawnee moon
Is all I need to lead me back to you
Quando basta poco per fare grande una canzone. La voglia di casa, quella che si sta raggiungendo in autostrada, il tettuccio aperto, baciati dalla luna. Forse Chris Darrow non sarà stato il cantautore più originale della sua generazione, non avrà avuto quella canzone – o quella promozione – in grado di proiettarlo oltre la fama di “turnista di lusso” (da Leonard Cohen a John Fahey).
Ma ogni pezzo di questo suo esordio del 1972, ristampato ora dalla Drag City, suona come un possibile inno di quei tempi: dalla solarità biritmica di “Beware Of Time”, che mostra il suo apparentamento con Gram Parsons e Lynyrd Skynyrd, alla soave, pigra ballata psych-country di “The Sky Is Not Blue Today”.
Svenevolezze alla James Taylor (il pezzo al pianoforte di “We Can Both Learn To Say I Love You”), l’incedere roccioso ed emotivo di Neil Young (“Keep On Trying”), numeri da cantastorie alla Townes Van Zandt (“Song For Steven”), appassionati cori d’amore e assoli di slide come negli Eagles di “Lovers Sleep Abed Tonight”: tutto il pantheon dei Settanta si anima attraverso gli attenti fili maneggiati da Darrow.
Va da sè che “Artist Proof” non rimanga tra le più grandi espressioni di spinta cantautorale, nè di personalità musicale; va però annesso alle dimostrazioni di amore per la musica, cosa non da meno.
24/02/2013