EMiLY

Emily (ristampa)

2013 (RPM/ Cherry Red)
baroque folk

Mai come ora, giunge gradita una ristampa come questa, in tempi di recupero di gioiellini nascosti della scena folk minore anglosassone usciti quattro decenni (e qualcosa di più) fa. Emily Bindiger era una ragazzina americana di sedici anni quando incise, a Parigi nel 1971, questo suo primo e unico lp, uscito a Gennaio dell’anno dopo per la Pathè Marconi (etichetta stampata e distribuita dalla Columbia francese). Tornata quasi subito in madrepatria, Emily fece la corista per artisti del calibro di Leonard Cohen (nel non esaltante “New Skin for the Old Ceremony” del 1974), Lou Reed, Deodato, Steve Van Zandt e persino Neil Sedaka, prestando inoltre la sua voce per un paio di colonne sonore. In anni recenti, si è unita ad un mediocre gruppo vocale tradizionale, gli Accidentals.

“EMiLY” (il titolo dell’album si scrive proprio così) uscì in sordina e passò completamente inosservato, divenendo in anni di riscoperta del folk-revival e del progressive, una chicca per collezionisti (una copia originale si può acquistare all’incirca per trecento dollari). Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare da un fossile da collezione, qui ci troviamo dinanzi ad un ottimo lavoro. La voce squillante della giovanissima cantante è sorprendente per la sua età e l’accompagnamento strumentale risulta assai limpido e preciso, con arrangiamenti calibrati e mai sopra le righe. La durata complessiva è piuttosto breve (solo mezz'ora) e questo di sicuro giova al risultato d’insieme.

Ascoltando le tenere elegie di “Confession” e “Jesus Said” è impossibile non fare paragoni con ciò che Sandy Denny e gli Strawbs stavano facendo in quegli stessi anni. “My Mother’s House” racchiude in sé un’intensità musicale che riesce ad emozionare, laddove “Sunflower Seeds” ci riporta alle antiche sonorità dixieland, cambiando quindi completamente registro. Nella seconda parte del disco trovano parte gli esperimenti più arditi: l’acid-folk alla Sonja Kristina di “Born Again” e i due capolavori dell’album, ovvero il folk estatico e celestiale di “Song Of Decision” (dalle parti di Shirley Collins, con tanto di harmonium e organetto) e la lunga “Old Lace”, a mezza strada tra i Jethro Tull più adulti e i Led Zeppelin del terzo Lp.

Più volte ristampato illegalmente, il disco ha ora nella versione della RPM/Cherry Red quella ufficiale e definitiva, rimasterizzata magnificamente da Simon Murphy. Di sicuro, una delle “reissue” di questo 2013.

15/02/2013

Tracklist

  1. Confession
  2. Sunflowers Seeds
  3. Jesus Said
  4. My Mother's House
  5. Song For Steven
  6. Born Again
  7. Song of Decision
  8. Old Lace ("To John")

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